Il corpo umano è una macchina complessa e incredibilmente resiliente, dotata di ben 78 organi. Eppure, non tutti sono strettamente necessari per condurre una vita piena e funzionale. Grazie ai progressi della medicina e alla straordinaria capacità di adattamento del nostro organismo, è possibile vivere anche dopo la rimozione di diverse parti interne, come dimostrano le storie di pazienti che hanno superato interventi radicali.

Organi “minori”: addii senza troppi rimpianti
Alcuni organi possono essere rimossi con conseguenze minime o nulle sulla vita di tutti i giorni. Il corpo, in questi casi, compensa la loro assenza in modo rapido ed efficace.
- Appendice: Spesso definita la “soffitta polverosa dell’intestino”, la sua funzione nel corpo umano moderno non è del tutto chiara. Si ipotizza fosse utile ai nostri antenati erbivori per digerire le piante. La sua rimozione, come spiega il Dott. Indraneil Mukherjee, chirurgo mininvasivo, “di solito non ha effetti a lungo termine” e il recupero è molto veloce.
- Cistifellea: Questo piccolo sacco ha il compito di immagazzinare la bile prodotta dal fegato. Una volta rimossa, “il fegato rilascia semplicemente la bile direttamente nell’intestino tenue”, permettendo alla digestione di continuare quasi senza intoppi.
- Rene: Siamo dotati di due reni, ma per la maggior parte delle persone uno è più che sufficiente. Un solo rene sano è in grado di filtrare il sangue e mantenere l’equilibrio dei liquidi corporei in modo efficiente, garantendo una vita normale senza la necessità di farmaci specifici.
Quando la vita cambia: organi che richiedono adattamento
La rimozione di altri organi è possibile, ma impone cambiamenti significativi nello stile di vita, richiedendo un’attenzione costante alla dieta e un supporto medico continuo. Si tratta di interventi che testimoniano “la sorprendente capacità di adattamento del corpo umano e gli ingegnosi interventi della medicina moderna”.
- Stomaco: Considerato il “primo frullatore del corpo”, la sua rimozione parziale o totale, spesso a causa di tumori, cambia radicalmente la digestione. Il cibo passa direttamente all’intestino tenue, rendendo necessari integratori a vita e un’alimentazione molto attenta per gestire l’assorbimento dei nutrienti.
- Vescica: Se rimossa, l’urina prodotta dai reni deve essere deviata all’esterno tramite un’urostomia, ovvero una sacca esterna. È un cambiamento che impone un adattamento nella gestione quotidiana, ma non impedisce di condurre una vita piena e attiva.
- Polmone: Vivere con un solo polmone è possibile, ma la capacità respiratoria si riduce. Il polmone superstite lavora di più per compensare, ma lo sforzo fisico intenso può diventare più impegnativo, causando affanno.
- Intestino tenue e Esofago: Anche parti di questi organi possono essere rimosse. Nel caso dell’intestino, asportarne una porzione estesa può portare alla “sindrome dell’intestino corto”, che compromette l’assorbimento dei nutrienti. La rimozione dell’esofago, invece, richiede una complessa ricostruzione chirurgica e modifiche permanenti alla dieta.
In conclusione
La capacità del nostro corpo di funzionare anche senza alcuni dei suoi componenti è una testimonianza della sua incredibile plasticità. Sebbene la vita dopo la rimozione di un organo possa richiedere nuovi equilibri e attenzioni, le moderne tecniche chirurgiche e un’attenta gestione post-operatoria permettono spesso di mantenere una buona qualità della vita.
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