Un nuovo studio sfida le teorie tradizionali sull’origine del deserto più grande del mondo. Secondo i ricercatori, l’attività umana avrebbe innescato la desertificazione del Sahara, ben prima dei cambiamenti naturali legati all’orbita terrestre.

Un’ipotesi rivoluzionaria sulla desertificazione del Sahara
Per decenni, la scienza ha attribuito l’aridità del Sahara a cambiamenti naturali del clima, in particolare alle variazioni nell’orbita terrestre. Tuttavia, secondo una ricerca pubblicata su Frontiers in Earth Science, gli esseri umani avrebbero avuto un ruolo decisivo nel trasformare il Sahara da prateria fertile a deserto arido.
Lo studio è guidato da David Wright, ricercatore della Seoul National University. Secondo la sua ipotesi, circa ottomila anni fa, le prime comunità agricole neolitiche iniziarono a coltivare lungo il fiume Nilo. Questa trasformazione del territorio, con la progressiva deforestazione e il sovrasfruttamento delle risorse, avrebbe alterato profondamente l’equilibrio ecologico della regione.
- Beverly Brodsky: Il Viaggio Oltre la Vita e l’Incontro con la Mente Universale
- Eruzione vulcanica e Peste Nera: il legame svelato
- Il mistero del mostro di Loch Ness era una bufala
La vegetazione, fondamentale per trattenere l’umidità e proteggere il suolo, diminuì rapidamente. Di conseguenza, la superficie terrestre divenne più riflettente (albedo), modificando le dinamiche atmosferiche e riducendo le precipitazioni.

Come l’agricoltura preistorica ha trasformato il clima africano
L’espansione delle attività agricole verso ovest intensificò la pressione sull’ambiente. La scomparsa delle piante non solo ridusse la biodiversità, ma infranse il delicato equilibrio idrico della zona. Il terreno, senza più protezione, si riscaldò e si seccò, dando inizio a un ciclo continuo di desertificazione.
Questi processi si estesero progressivamente, fino a trasformare una vasta regione grande quanto gli Stati Uniti in quello che oggi conosciamo come Sahara. È un cambiamento epocale che, secondo gli studiosi, non può essere spiegato solo da fattori naturali.
David Wright sottolinea come le prove archeologiche e i sedimenti lacustri possano offrire dati preziosi per comprendere i tempi e le modalità di questi cambiamenti. Studi futuri potrebbero chiarire quanto siano stati rilevanti i comportamenti umani nei cambiamenti climatici antichi.
Conclusione
Anche se accaduti migliaia di anni fa, questi eventi ci offrono lezioni cruciali per il presente. L’impatto dell’attività umana sui sistemi climatici è più profondo e antico di quanto si pensasse. Capire questi meccanismi è essenziale per affrontare le sfide ambientali di oggi e di domani.
Per approfondire l’argomento, si consiglia la lettura di articoli scientifici su Frontiers in Earth Science e Nature, che trattano di climatologia e cambiamenti ambientali storici.
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!




