Per 80 anni vive con un ago nel cervello

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Un inaspettato episodio rivelato recentemente in Russia, medici scoprono che una donna di 80 anni ha vissuto l’intera vita con un ago lungo 3 centimetri conficcato nel suo cervello.

Per 80 anni vive con un ago nel cervello
Foto@Pixabay

La storia sconvolgente emerge dalla regione di Sakhalin, nell’estremo oriente del paese, e getta luce su un drammatico episodio legato ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

La donna, nonostante l’incredibile circostanza, non ha mai sofferto di mal di testa significativi o di altri problemi legati a questa inusuale condizione, ed è stata capace di condurre una vita relativamente normale. L’insolito caso è stato portato alla luce durante un esame di tomografia assiale computerizzata (TAC), effettuato per ragioni non specificate.

La reazione degli esperti di fronte a tale scoperta è stata di sgomento e incredulità. Credono che l’ago sia stato piantato nel cervello della donna quando era ancora una neonata, durante gli anni di guerra e carestia. L’intenzione, presumono gli specialisti, era di sopprimere la neonata, un crudele atto che potrebbe essere stato compiuto dai suoi genitori per celare il crimine e, forse, per evitare una bocca in più da sfamare durante quegli anni di estrema povertà e disperazione.

Una dichiarazione del dipartimento sanitario locale riflette su quanto tali pratiche fossero, purtroppo, non estranee a quegli anni bui: “Casistiche di questo tipo non erano infrequenti durante gli anni di carestia“. In periodi nei quali la mancanza di cibo era una dura realtà per l’Unione Sovietica, la disperazione potrebbe aver spinto alcune persone a compiere gesti estremi.

Tuttavia, la piccola sopravvisse miracolosamente. L’ago, posizionato nel lobo parietale sinistro, non ha avuto l’effetto letale desiderato dai perpetratori. Ora, nonostante la rivelazione scioccante, i medici hanno deciso di non intervenire per rimuovere l’ago, poiché un intervento potrebbe peggiorare la sua situazione, considerando anche l’età avanzata della donna.

La donna ora è sotto la costante supervisione dei suoi dottori, i quali monitorano attentamente la sua salute. Nonostante l’incredibile ostacolo che la vita le ha posto davanti, la sua storia è una testimonianza di resistenza e di sopravvivenza umana in circostanze inimmaginabili.

Questo caso apre anche una finestra su un passato di sofferenza e scelte tragiche che alcune persone furono costrette a fare in momenti storici dove la vita quotidiana era una lotta costante per la sopravvivenza. Una storia che non dovrebbe solo suscitare stupore e orrore, ma anche riflessioni sulle atrocità che possono nascere da contesti di guerra e disperazione.

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