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Perché alcuni libri sono stati esclusi dalla Bibbia? La verità tra storia e fede

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Nel corso dei secoli, il contenuto della Bibbia cristiana è stato definito da processi complessi, influenzati da dottrina, consenso teologico e criteri spirituali. Eppure, ogni tanto emergono testi antichi che sembrano sfidare la versione ufficiale. Uno dei casi più eclatanti è quello del Vangelo di Giuda, riportato all’attenzione pubblica da National Geographic nel 2006. Ma perché testi del genere non sono entrati a far parte del canone biblico?

Perché alcuni libri sono stati esclusi dalla Bibbia

Scopriamo insieme le ragioni storiche e teologiche dietro la formazione della Bibbia e perché alcuni testi antichi — oggi chiamati “apocrifi” o “pseudoepigrafi” — sono stati deliberatamente esclusi.


Il Vangelo di Giuda: un vangelo “ritrovato” che ha fatto discutere

Il cosiddetto Vangelo di Giuda è un manoscritto scritto in copto risalente probabilmente al III o IV secolo d.C., scoperto in Egitto e reso noto dalla National Geographic Society attraverso un’importante pubblicazione scientifica.

Contrariamente alla narrazione canonica, questo testo presenta Giuda Iscariota non come traditore, ma come l’unico discepolo che comprende veramente il messaggio di Gesù, il quale lo avrebbe persino incaricato di consegnarlo alle autorità. Questa versione, profondamente influenzata dallo gnosticismo — un’antica corrente di pensiero che vedeva la salvezza come raggiungibile solo attraverso una conoscenza segreta — non fu mai accettata dalle prime comunità cristiane ortodosse.

Fonte autorevole: National Geographic – The Gospel of Judas Project


Come è stato deciso cosa includere nella Bibbia?

Contrariamente a ciò che alcuni romanzi o film potrebbero suggerire, non esiste un singolo “Consiglio segreto” che ha deciso arbitrariamente cosa escludere dalla Bibbia. La formazione del canone biblico è stato un processo lungo e collettivo, svolto nei primi secoli del Cristianesimo, guidato da tre criteri principali:

  1. Apostolicità: Il testo doveva essere scritto da un apostolo o da un suo stretto collaboratore.
  2. Uso liturgico diffuso: Doveva essere letto e utilizzato nelle chiese cristiane sparse per il mondo.
  3. Conformità dottrinale: Doveva essere coerente con l’insegnamento di Gesù e degli apostoli, come tramandato nella tradizione apostolica.

Fonti:


Cosa sono gli Apocrifi e gli Pseudoepigrafi?

Molti dei testi esclusi dalla Bibbia vengono oggi classificati in due categorie principali:

Apocrifi

Sono scritti religiosi non riconosciuti come canonici ma spesso letti da comunità cristiane nei primi secoli. Alcuni esempi includono:

  • Il Libro di Enoch
  • L’Apocalisse di Pietro
  • Il Vangelo di Tommaso

Molti di questi testi sono ancora considerati autorevoli da alcune confessioni cristiane, come la Chiesa ortodossa etiope. Tuttavia, nella tradizione cattolica e protestante, sono considerati non ispirati, ovvero non ritenuti direttamente rivelati da Dio.

Pseudoepigrafi

Sono testi scritti falsamente attribuiti a figure autorevoli della Bibbia per guadagnare legittimità. Per esempio, un autore ignoto poteva firmarsi come “Pietro” o “Maria” per dare credibilità al proprio messaggio.

Questi testi erano spesso in contrasto con i valori del cristianesimo delle origini e vennero quindi scartati per mancanza di autenticità e ortodossia.


I “libri perduti” della Bibbia non sono davvero andati persi

L’espressione “libri perduti della Bibbia” è piuttosto fuorviante. In realtà, non si tratta di libri smarriti, ma di testi che furono consapevolmente esclusi perché non rispondevano ai criteri spirituali, storici e dottrinali stabiliti dalla Chiesa primitiva.

La formazione del canone è stata un’opera guidata da un senso profondo di discernimento spirituale. I leader delle comunità cristiane del tempo credevano di essere ispirati dallo Spirito Santo nella selezione dei testi che oggi compongono il Nuovo Testamento.


In conclusione: esclusione per coerenza, non per censura

Nonostante il fascino del mistero e delle teorie alternative, l’esclusione di certi testi dalla Bibbia non è il frutto di un atto di censura, ma di una selezione fondata su coerenza dottrinale, autenticità apostolica e diffusione nelle comunità cristiane. I vangeli apocrifi e gli pseudoepigrafi restano oggi testimonianze storiche preziose, ma non sono considerati rivelazione divina dalle maggiori confessioni cristiane.

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