Quando un cane, un gatto, o qualsiasi animale domestico amato ci lascia, spesso si sente l’espressione “Buon Ponte” o la sua forma più estesa, “Buon Ponte dell’Arcobaleno”. Questa frase è molto più di un semplice augurio; è diventata un modo consolidato, un codice affettuoso e consolatorio tra chi ha vissuto un legame profondo con un compagno peloso. Non si tratta di un’espressione legata ai giorni di festa o ai weekend lunghi – sebbene “fare il ponte” abbia quel significato – ma di un eufemismo gentile per la morte, carico di speranza e di una promessa di ricongiungimento. Perché usiamo proprio questa metafora del “ponte”? La risposta affonda le radici in una toccante leggenda moderna, capace di offrire un conforto inestimabile nel momento del lutto.

Il “Rainbow Bridge”: Un Paradiso di Seconda Opportunità
La radice di “Buon Ponte” è la leggenda del Rainbow Bridge (Ponte dell’Arcobaleno), un racconto popolare diffusosi ampiamente negli ultimi decenni, specialmente nelle comunità online e nei gruppi dedicati agli amanti degli animali. La storia narra di un luogo meraviglioso, una sorta di paradiso, situato “al di qua del Ponte dell’Arcobaleno”.
Secondo la leggenda, tutti gli animali che sono stati amati sulla Terra e che sono morti, attraversano un ponte immaginario che li porta in questo prato lussureggiante e soleggiato. Qui, giocano insieme, corrono liberi, senza più soffrire per la vecchiaia o per la malattia. I cani zoppi tornano a correre, gli animali malati ritrovano la salute, e tutti banchettano con cibo delizioso e acqua fresca. La gioia è totale, ma c’è un piccolo cruccio: sentono la mancanza della persona speciale che li ha amati di più sulla Terra.
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Il passaggio centrale, quello che dona il senso compiuto all’augurio di “Buon Ponte dell’Arcobaleno”, è la promessa del ricongiungimento:
“Quando arriva il giorno in cui il loro padrone o la loro padrona se ne va… l’animale si stacca dal gruppo, volando sull’erba verde, con le zampe che lo conducono sempre più velocemente. Vi ha avvistato, vi ha riconosciuto. Voi e il vostro amico del cuore vi ritroverete, per non separarvi mai più.”
In questo istante, l’animale e il suo umano attraversano insieme il Ponte dell’Arcobaleno, diretti verso il Paradiso, uniti per l’eternità.
Le Origini della Leggenda: Tra Poesia e Mitologia
L’origine esatta della leggenda resta incerta e anonima, il che ha contribuito al suo fascino universale. Molte fonti la attribuiscono a una poesia, spesso semplicemente chiamata “Il Ponte dell’Arcobaleno”, che divenne estremamente popolare negli anni ’80 e ’90 grazie alla diffusione via e-mail e successivamente sui social network.
Tuttavia, alcuni studiosi e amanti degli animali vedono collegamenti più antichi. Ad esempio, la figura di un “ponte” come passaggio tra la vita terrena e l’aldilà è presente in diverse mitologie. Nel mito Norreno, il ponte di Bifröst è l’arcobaleno fiammeggiante che congiunge Midgard (il mondo degli umani) con Asgard (il mondo degli dei). Sebbene non parli direttamente di animali domestici, il concetto di un ponte colorato che collega due mondi è potente e suggestivo. Altri richiami, come riportato da alcune fonti, potrebbero risalire a tradizioni dei Nativi Americani che vedevano negli animali esseri spirituali e compagni di viaggio anche nell’aldilà.
L’espressione moderna, però, è indubbiamente legata alla necessità di elaborare un lutto “non riconosciuto”.
Il Dolore per la Perdita: Un Lutto Taciuto
La ragione per cui l’espressione “Buon Ponte” ha avuto così tanto successo risiede nella profonda connessione emotiva che le persone hanno con i loro animali. Un cane è un vero membro della famiglia, e la sua perdita è un dolore genuino e devastante. Un sondaggio del 2002 condotto dall’Animals & Society Institute (ASI) ha rilevato che per molti la perdita di un animale domestico può essere un evento emotivamente intenso quanto, se non di più, la perdita di una persona cara.
Il problema è che questo tipo di dolore viene talvolta definito “lutto disconosciuto” o “lutto taciuto”. Non esiste un protocollo sociale chiaro per la perdita di un animale; non si ricevono permessi di lavoro per un lutto canino e spesso la tristezza viene minimizzata da chi non ha mai avuto un animale, con frasi del tipo: “era solo un cane”.
In questo contesto, augurare “Buon Ponte all’Arcobaleno” diventa un atto di empatia e riconoscimento. È un modo per:
- Validare il dolore: Riconoscere che la sofferenza per la perdita è reale e degna di essere espressa.
- Offrire conforto: Trasmettere la speranza che l’amico a quattro zampe sia ora in un luogo di pace e felicità.
- Celebrare il legame: Ribadire che il legame di amore tra il padrone e l’animale è eterno.
Si tratta di un meccanismo di coping collettivo, una rassicurazione condivisa che il proprio amato compagno è semplicemente andato avanti, in attesa, in un posto migliore. L’uso di “buon ponte” sui social e nelle comunicazioni di cordoglio è una manifestazione diretta della crescente umanizzazione e del ruolo centrale degli animali domestici nella vita moderna.
Come dice la scrittrice Eliza Henry-Jones (in un articolo sul Guardian del 2016): “Sebbene gli animali siano accettati come parte della famiglia, c’è ancora una percezione che la loro perdita non sia un dolore veramente valido.” Usare il “Ponte dell’Arcobaleno” offre una narrazione alternativa, dolce e rassicurante, per affrontare quel vuoto.
FAQ sul “Ponte dell’Arcobaleno”
Cos’è esattamente il Ponte dell’Arcobaleno?
È una metafora, nata da una poesia popolare anonima del Novecento, per indicare un luogo immaginario e sereno dove gli animali domestici vanno dopo la morte. In questo luogo, sono liberi da dolori e malattie e vivono felici, in attesa di potersi ricongiungere con i loro amati umani.
L’espressione “Buon Ponte” è la stessa cosa di “Buon Viaggio”?
Nella sostanza, hanno una funzione simile, ovvero un augurio di commiato sereno. Tuttavia, “Buon Ponte” si riferisce in modo specifico alla leggenda del Ponte dell’Arcobaleno, ed è quindi un’espressione quasi esclusiva per la perdita degli animali domestici. Porta con sé una promessa di ricongiungimento non implicita in un semplice “buon viaggio”.
Perché questa espressione è così popolare in Italia e nel mondo?
L’espressione è diventata virale grazie a internet e ai social network. Nei gruppi di supporto e nelle comunità di amanti degli animali, l’uso di questa frase è un modo per esprimere solidarietà e empatia in un lutto spesso non compreso appieno dalla società. Aiuta a validare il dolore e a offrire una visione consolatoria del dopo-vita dell’amico peloso.
La leggenda ha un’origine religiosa specifica?
No, la leggenda del Ponte dell’Arcobaleno non è legata a una specifica religione. È una narrazione popolare che attinge a concetti universali di paradiso e ricongiungimento, trovando risonanza emotiva in persone di diverse fedi o senza affiliazioni religiose. Il suo potere risiede nella capacità di fornire conforto universale.
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