Se senti la parola “psicopatico“, probabilmente pensi a un criminale da film. La realtà, però, è molto diversa e decisamente più vicina a noi. La psicologia ci mostra che i tratti psicopatici, presenti in una piccola parte della popolazione, non portano necessariamente alla violenza, ma possono anzi favorire il successo in ambienti altamente competitivi.

Quando il distacco emotivo diventa un vantaggio
Contrariamente all’immaginario comune, la maggior parte delle persone con tratti psicopatici non è in prigione. Si stima che riguardino circa l’1% della popolazione generale, ma questa percentuale sale drasticamente in alcuni settori professionali. Il motivo? Professioni che richiedono un’estrema lucidità sotto pressione, decisioni rapide e un notevole distacco emotivo trasformano queste caratteristiche in un potente vantaggio competitivo.
Secondo gli studi dello psicologo e ricercatore di Oxford Kevin Dutton, autore del saggio “La saggezza degli psicopatici”, esiste una vera e propria classifica. Ai primi posti troviamo:
- CEO e dirigenti d’azienda: La capacità di prendere decisioni difficili senza farsi bloccare dal dubbio o dal peso delle conseguenze è fondamentale.
- Avvocati: Sangue freddo, carisma e un’eccezionale capacità di persuasione sono le armi vincenti in un’aula di tribunale.
- Personale dei media (TV/Radio) e Giornalisti: Richiedono concentrazione, distacco per non farsi travolgere dalle notizie e una buona dose di fascino per gestire fonti e interviste.
- Chirurghi: Mantenere la calma e la precisione millimetrica mentre si ha una vita tra le mani è una capacità che trae beneficio da un forte autocontrollo emotivo.
Fascino, persuasione e assenza di paura
Ma cosa rende una persona con questi tratti così adatta a certi ruoli? Non si tratta di mancanza di morale, ma di una diversa configurazione neurologica. Le caratteristiche chiave sono un fascino superficiale, una notevole forza persuasiva, una straordinaria gestione dello stress e una ridotta capacità di provare paura. In ambienti ad alta pressione, come una sala operatoria o il consiglio di amministrazione di una multinazionale, non farsi paralizzare dall’ansia è un superpotere.
Queste persone non sono “cattive” per definizione; sono semplicemente più abili a incanalare certi aspetti della loro personalità in contesti che li premiano. La loro freddezza non è necessariamente crudeltà, ma uno strumento che permette di rimanere focalizzati sull’obiettivo. Dal poliziotto che affronta situazioni di pericolo al venditore che deve chiudere un contratto importante, la capacità di influenzare gli altri e di non lasciarsi intimidire fa la differenza tra il successo e il fallimento.
Conclusione e approfondimenti
L’analisi di queste dinamiche ci costringe a superare lo stereotipo dello psicopatico violento. Ci svela, invece, come la personalità umana sia complessa e come il contesto professionale possa valorizzare caratteristiche che altrove sarebbero considerate un limite.
Se questo affascinante argomento ti ha incuriosito, puoi approfondire leggendo le ricerche sul tema e scoprendo di più sulle complesse sfaccettature della psicologia umana.
Link per approfondire:
- Un’analisi sulla psicopatia nel mondo del lavoro su Psychology Today (in inglese).
- Un articolo di approfondimento sul libro di Kevin Dutton da Il Post.
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!