Punture d’insetto, prurito e fastidio ma anche shock anafilattico

VEB

L’estate è la stagione del sole, del mare, delle vacanze ma soprattutto degli insetti che “banchettano” con tutte le parti del nostro corpo.

La maggior parte degli insetti ci pungono per nutrirsi di sangue, rilasciando sostanze che causano una microreazione allergica o un’infiammazione.

Dopo una puntura si forma un pomfo che prude e causa dolore. Questo succede nel caso degli imenotteri che attaccano per difendersi.

Alcuni insetti, invece, pungono iniettando una sostanza anestetica e sul momento non si avverte nessun fastidio fino alla formazione di pomfi pruriginosi. Succede, ad esempio, nel caso di cimici o vespe.

Le zanzare ed i tafani attaccano le parti non coperte da indumenti; le loro punture, tipiche proprio del periodo estivo, presentano al centro del pomfo un punto sporgente che nel caso del tafano tende facilmente a trasformarsi in pustola.

Le punture di entrambi gli insetti provocano un forte prurito al quale però sarebbe meglio non reagire grattandosi per non rischiare un’infezione che complicherebbe decisamente il quadro.

Nel caso di punture di vespe, api o calabroni, il tutto è più complicato perché bisogna assicurarsi che il pungiglione non sia rimasto impiantato nella pelle perché in questo caso la prima cosa da fare è procedere immediatamente alla sua estrazione.

Per rimuoverlo si possono utilizzare un paio di pinzette sterilizzate con la fiamma del fornello casalingo. L’operazione va effettuata con attenzione, infatti bisogna evitare di rompere il pungiglione dal quale potrebbe fuoriuscire altro veleno e peggiorare così la situazione.

L’ideale è anche servirsi di una lama smussata che faccia saltare il pungiglione, ma potrebbe andare bene anche un oggetto con il bordo rigido, come ad esempio una carta di credito. In alternativa, si può procedere con le mani: dopo averle lavate, usare due dita premendo leggermente intorno alla vescichetta, come ad esempio quando si schiaccia un brufolo. Dopo l’estrazione, bisogna fare degli impacchi di acqua fredda e applicare creme a base di cortisone più volte al giorno fino alla scomparsa dei sintomi.

Per fortuna, per la grande maggioranza della popolazione le punture d’insetti non sono pericolose, a meno che non colpiscano zone particolari, quali occhi, labbra, lingua, gola.

Le punture potrebbero invece rappresentare un pericolo per i bambini molto piccoli e per i soggetti che sono allergici al veleno per i quali esiste il rischio che si verifichi il cosiddetto “shock anafilattico” che coinvolge il sistema circolatorio ed il sistema respiratorio e che richiede un intervento medico immediato.

Per rendere l’idea di quanti danni possano provocare nelle persone allergiche, solo lo scorso anno in Friuli Venezia Giulia 3 persone sono decedute a causa di punture da imenotteri e circa 250 sono state prese in cura nei centri regionali.

Per allertare la popolazione, la Regione anche quest’anno ha inviato brochure dedicate alle punture da imenotteri ai servizi di Pronto soccorso, ai dipartimenti di prevenzione, agli apicoltori e, attraverso Federfarma, a 380 farmacie del Friuli Venezia Giulia.

Nei vademecum si possono trovare tutte le informazioni sulle reazioni alle punture, sui soggetti a rischio e i consigli per evitare di essere punti. Tra questi quello di non usare mai gli insetticidi, in quanto la loro azione è lenta e quindi api, vespe e calabroni la maggior parte delle volte fanno in tempo a pungere prima di essere sopraffatti dal veleno.

Infine mai dimenticare, soprattutto se si viaggia in zone endemiche, che gli insetti possono essere coinvolti nella trasmissione di malattie, come la febbre gialla e la malaria, quindi l’interazione con questi vettori può potenzialmente rendere vulnerabili a condizioni più gravi.

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