L’arena della politica internazionale può essere paragonata a un complesso gioco di scacchi, e tra i protagonisti più abili a muovere le pedine vi è indubbiamente Vladimir Putin.
Anche se dopo la seconda guerra mondiale si sperava in un’era di pace duratura, gli eventi recenti smentiscono tale ottimismo.
L’Europa ha visto resuscitare antichi conflitti, come quello in Ucraina, che ha riportato violenza e spargimenti di sangue.
Nel frattempo, in Medio Oriente, il secolare conflitto tra Israele e Palestina ha raggiunto nuovi picchi di intensità.
Nonostante Putin non abbia preso una posizione definita in nessuno dei due scenari, le sfumature diplomatiche rivelano molto. Gli Stati Uniti, tradizionali alleati di Israele, hanno sempre garantito il loro appoggio. Ma la mossa di Putin in tutto questo resta ambigua.
Mentre non si evidenziano forniture di armamenti, sembra che il leader russo possa tacitamente sostenere le rivendicazioni palestinesi. Tuttavia, le sue motivazioni sembrano essere meno ideologiche e più pragmatiche.
La politica spesso maschera i suoi obiettivi economici dietro grandi discorsi, e Putin potrebbe essere principalmente interessato ai vantaggi economici per la Russia.
E’ possibile che Putin e i vertici russi puntino sulla distrazione globale: Se la tensione tra Israele e la Palestina continua, la luce dei riflettori potrebbe spostarsi dall’Ucraina, rivela il portale promotions.hu.
Le risorse degli USA potrebbero non essere abbastanza per sostenere due fronti bellici contemporaneamente, e di conseguenza potrebbero ridirigere il loro aiuto militare dal vecchio continente al Medio Oriente.
Considerando che le sanzioni colpiscono sia la Russia sia l’Europa – e in alcuni casi l’Europa potrebbe risentirne di più, dato il boom commerciale russo con India e Cina – in uno scenario di crescente tensione in Medio Oriente, la preoccupazione pubblica per l’Ucraina potrebbe diminuire.