Un’antica leggenda cinese, a lungo relegata al regno del mito, trova finalmente una conferma storica. Gli archeologi hanno portato alla luce la prova definitiva che il primo imperatore della Cina, Qin Shi Huang, organizzò davvero una spedizione per trovare l’elisir di lunga vita, trasformando un racconto epico in un capitolo verificato della storia.

La Scoperta che Riscrive la Storia
Nel suggestivo scenario del lago Gyaring, sull’altopiano tibetano, è stata rinvenuta una lastra di pietra che getta nuova luce sulla dinastia Qin. Su di essa, un’iscrizione di 2.200 anni fa descrive minuziosamente la missione affidata a Wu Dafu Yi, un alto funzionario di corte. Il suo compito? Guidare un gruppo di alchimisti tra le impervie vette dei Monti Kunlun alla ricerca di erbe medicinali (“yao”) capaci di donare l’immortalità. La ricerca dell’elisir di lunga vita non era solo un mito, ma un’impresa imperiale documentata. Questa scoperta, pubblicata dallo studioso Tong Tao dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali nel giugno 2025, fornisce una testimonianza diretta delle ossessioni del potente imperatore.
Dallo Scetticismo alla Conferma Scientifica
Inizialmente, la comunità accademica ha accolto la notizia con scetticismo, dubitando che una spedizione così complessa potesse raggiungere una regione tanto remota oltre due millenni fa. In risposta, l’Amministrazione Statale per il Patrimonio Culturale della Cina ha istituito una commissione speciale. I risultati delle analisi hanno fugato ogni dubbio. L’archeologo Zhao Chao ha dichiarato: “Per valutare l’età e l’autenticità del manufatto, abbiamo utilizzato una serie di metodi scientifici, tra cui analisi geologiche e paleografiche, che hanno fornito prove convincenti dell’antichità dell’iscrizione”. Le analisi scientifiche confermano quindi l’autenticità del reperto, escludendo definitivamente l’ipotesi di un falso.
- Cina: E’ polemica per le nuove iniezioni contro i capelli grigi
- Dentiera fai-da-te in Cina: uomo rischia di perdere i denti
- In Cina la carta igienica arriva dopo la pubblicità
L’ironia della storia è che, nonostante i suoi sforzi ossessivi, Qin Shi Huang non trovò mai l’immortalità. Morì poco dopo la fine di questa campagna, probabilmente per avvelenamento da mercurio, un elemento che assumeva regolarmente credendolo una panacea in grado di allungargli la vita.
Per approfondire la figura di questo controverso imperatore e le sue incredibili opere, come l’Esercito di Terracotta, puoi consultare fonti autorevoli come la pagina dedicata del National Geographic o l’enciclopedia Britannica.
Domande Frequenti (FAQ)
Cosa cercava esattamente l’imperatore Qin Shi Huang? L’imperatore Qin Shi Huang era ossessionato dalla ricerca dell’immortalità. Inviò spedizioni alla ricerca del mitico elisir di lunga vita, una pozione magica che, secondo le credenze dell’epoca, sarebbe stata creata utilizzando speciali erbe medicinali (“yao”) provenienti dai remoti e sacri Monti Kunlun.
La spedizione per l’elisir di lunga vita ebbe successo? No, la missione non ebbe successo. Nonostante le risorse imperiali impiegate nella ricerca, nessun elisir funzionante fu mai trovato. Paradossalmente, l’imperatore morì poco dopo, proprio a causa dei rimedi che assumeva nella speranza di prolungare la sua esistenza, dimostrando il fallimento della sua ambiziosa ricerca.
Come è morto l’imperatore Qin Shi Huang? La causa più probabile della morte di Qin Shi Huang è l’avvelenamento da mercurio. Ironia della sorte, consumava pillole e bevande a base di questo metallo tossico, convinto dai suoi alchimisti che gli avrebbero garantito l’immortalità. Questa pratica si rivelò invece fatale, portandolo alla morte nel 210 a.C.
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!