Il desiderio di un figlio può spingere a percorrere strade non convenzionali, soprattutto di fronte ai costi elevati della procreazione assistita. La storia di Laura, una mamma che ha scelto un donatore di sperma tramite un gruppo Facebook, è un monito sui pericoli che si celano dietro a queste pratiche non regolamentate.

Donatori di sperma sui social: una scelta economica ma pericolosa
Per molte donne single o coppie con difficoltà economiche, i gruppi social sembrano offrire una soluzione a portata di mano: una donazione di sperma gratuita e senza le lunghe attese dei canali ufficiali. È il percorso scelto da Laura Coldman, già madre e desiderosa di un secondo figlio. Si è imbattuta in un gruppo Facebook dove uomini offrivano il proprio seme. La promessa di una “donazione di sperma gratuita” l’ha convinta a provare, nonostante un primo incontro con il donatore si sia rivelato freddo e impersonale, quasi come se fosse in una “sala d’attesa”.
Dopo alcuni tentativi, nel luglio 2021 Laura è rimasta incinta, dando alla luce un bambino, Calum. Quello che all’inizio sembrava un sogno realizzato a basso costo si è presto trasformato in una fonte di angoscia. La totale assenza di controlli e garanzie ha lasciato spazio a dubbi e paure.
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Quando il sogno diventa un incubo: i rischi non calcolati
Il punto di svolta è arrivato quando Calum ha iniziato a mostrare tratti neurodivergenti. Questo ha spinto Laura a riflettere sulla reale identità del donatore. “Avrebbe potuto essere un criminale condannato o avere gravi problemi di salute mentale, semplicemente non l’avrei mai saputo”, ha ammesso. Il problema centrale della donazione informale è la mancanza di controlli medici e legali.
Le banche del seme e le cliniche autorizzate, come sottolineato da enti come la HFEA (Human Fertilisation and Embryology Authority) britannica, eseguono screening rigorosi sui donatori per escludere malattie genetiche, patologie infettive e problemi psicologici. Queste procedure sono essenziali per tutelare la salute del nascituro e della madre. Affidarsi a sconosciuti online significa rinunciare a ogni forma di tutela, accettando un rischio altissimo. La storia clinica fornita da un utente social non ha alcun valore legale o medico e può essere incompleta o del tutto falsa.
Conclusione
La vicenda di Laura è un potente avvertimento. Sebbene la sua esperienza le abbia donato un figlio che ama, lei stessa oggi non lo rifarebbe e sconsiglia fortemente questa strada. Il percorso della genitorialità merita sicurezza e trasparenza.
Per chi valuta la fecondazione eterologa, è fondamentale rivolgersi esclusivamente a strutture mediche autorizzate che operano nel rispetto della legge. Per approfondire l’argomento e conoscere le procedure sicure, è possibile consultare fonti istituzionali come la sezione dedicata alla Procreazione Medicalmente Assistita del Ministero della Salute.
FAQ
Perché la donazione di sperma “fai da te” è così rischiosa? La donazione non regolamentata è estremamente rischiosa perché manca qualsiasi screening medico sul donatore. Non ci sono controlli su malattie genetiche, patologie infettive (come HIV o epatite) o sulla sua salute psicologica. Inoltre, non esiste alcuna tutela legale per la madre o per il futuro bambino.
La donazione di sperma tramite social è legale in Italia? In Italia, la donazione di gameti è regolamentata dalla Legge 40/2004. Le pratiche “private” e non mediate da centri medici autorizzati aggirano tutte le normative sanitarie e legali obbligatorie, esponendo a gravi rischi per la salute e creando un vuoto giuridico sullo status del bambino e del donatore.
Quali sono le alternative sicure alla donazione informale? L’unica alternativa sicura è rivolgersi a cliniche per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) autorizzate dal Sistema Sanitario Nazionale. Questi centri garantiscono l’anonimato del donatore, eseguono controlli sanitari completi e offrono piena tutela legale a tutte le parti coinvolte, assicurando un percorso trasparente e sicuro.
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