- Molti riti spirituali sopravvivono in comunità isolate e tradizioni minoritarie;
- Alcune cerimonie si svolgono in contesti remoti, con pratiche che sfidano il tempo e la modernità;
- Queste liturgie alternative offrono una prospettiva unica sulla diversità della fede umana.
Oltre le religioni dominanti: la spiritualità che resiste
Nel mondo globalizzato e dominato dalle “religioni maggiori”, esiste un sottobosco rituale poco noto ma vivo. Dai deserti africani alle foreste dell’Amazzonia, passando per le montagne dell’Asia centrale, popoli e comunità continuano a praticare riti antichi, ereditati da tradizioni millenarie, spesso trasmessi oralmente.

Questi riti, pur sfuggendo ai radar della cultura pop o della religiosità ufficiale, sono espressione autentica del bisogno umano di significato, appartenenza e trascendenza.
Esempi di riti religiosi poco noti ma ancora vivi
Zar – Esorcismo musicale nel Corno d’Africa e in Medio Oriente
Lo Zar è una pratica spirituale presente in Egitto, Sudan e Iran, utilizzata per liberare gli individui da spiriti maligni attraverso musica ipnotica, danze rituali e stati di trance. Sebbene spesso stigmatizzata dalle autorità religiose ufficiali, questa cerimonia sincretica mescola elementi islamici, africani e pre-islamici. È oggi ancora praticata, specialmente tra le donne.
Naghol – Il salto nel vuoto degli antenati a Vanuatu
Conosciuto anche come il “bungee jumping rituale”, il Naghol viene celebrato sull’isola di Pentecoste (Vanuatu) come rito di passaggio. Uomini e ragazzi si lanciano da torri di legno con liane legate alle caviglie, per onorare il ciclo della vita, della fertilità e il contatto con gli spiriti degli avi.
Fonte culturale: UNESCO – Intangible Cultural Heritage of Vanuatu
Kumbh Mela – Il bagno sacro nel Gange… in numeri da record
Anche se più noto in India, il Kumbh Mela resta poco compreso dal pubblico occidentale. Si tratta del più grande raduno religioso al mondo, con oltre 50 milioni di partecipanti per ciclo. Ogni 12 anni, pellegrini hindu si immergono nel fiume Gange per purificarsi dal karma negativo. La portata mistica del rituale è ancora oggi oggetto di studio da parte di sociologi e teologi.
Studio sociologico: Harvard Divinity School – Kumbh Mela Case Study
Perché questi riti resistono nel tempo?
La loro sopravvivenza è legata alla trasmissione orale, alla cohesione comunitaria, ma anche a una resilienza spirituale che spesso sfida modernizzazione e globalizzazione. In molti casi, questi riti religiosi agiscono come strumenti terapeutici collettivi, legati a guarigione, identità culturale e riconciliazione con la natura.
Cosa ci insegnano questi riti?
Non si tratta solo di esotismo o folklore. Questi rituali ci parlano della complessità della spiritualità umana, della sua dimensione corporea, simbolica e collettiva. E, soprattutto, ci ricordano che la religione non è soltanto dottrina, ma anche esperienza, rito e pratica vissuta.