Scabbia, nuovi casi riscontrati a Foggia

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La scabbia è un’infestazione contagiosa della pelle che colpisce sia gli uomini che gli animali. A provocarla è l’acaro Sarcoptes scabiei, un parassita molto piccolo e di solito non direttamente visibile, che si inocula sotto la pelle del soggetto colpito provocando un intenso prurito allergico.

La malattia può essere trasmessa da oggetti, ma più spesso dal contatto diretto pelle-pelle, con un elevato rischio dopo un contatto prolungato.

Vescicole e croste sono espressione sintomatologica e rappresentano il veicolo di diffusione. Fattori importanti che contribuiscono alla trasmissione della scabbia sono dati dal livello igienico scarso, dalla promiscuità, dai viaggi e dalle case di cura.

Le tane superficiali della scabbia di solito si verificano nelle zone delle mani, dei piedi, dei polsi, dei gomiti, della schiena, dei glutei e dei genitali esterni. Tranne che nei neonati e negli immunodepressi, l’infezione in genere non si verifica nella pelle del viso o sul cuoio capelluto.

I sintomi compaiono tipicamente da due a sei settimane dopo l’infestazione per gli individui che mai erano stati esposti alla scabbia. Per coloro che avevano precedentemente contratto la scabbia, i sintomi possono comparire entro alcuni giorni dopo l’infestazione. Tuttavia non è impossibile che i sintomi inizino a comparire dopo diversi mesi o anni.

Gli acari sono distribuiti in tutto il mondo e allo stesso modo colpiscono tutte le età, le etnie e le classi socio-economiche nei climi diversi.

Scabbia, nuovi casi riscontrati a Foggia

Scabbia nuovi casi riscontrati a Foggia

La scabbia si riscontra più frequentemente però nelle aree affollate in condizione di vita non igieniche. A livello mondiale a partire dal 2009 si stima che si verifichino 300 milioni di casi di scabbia ogni anno, anche se questo dato è molto discusso.

Si stima che dall’1 al 10% della popolazione mondiale sia infestata dalla scabbia, ma in alcune popolazioni il tasso di infezione può raggiungere il 50-80%.

Al di là di quanto raccontano diversi giornali in cerca di facili consensi, per gli esperti la scabbia non è “tornata negli ultimi anni”, non è stata “portata dai migranti” e in Italia ogni anno si verificano migliaia di casi. Curabilissimi, certamente fastidiosi, ma non preoccupanti.

La scabbia non è bella da vedersi, perché provoca il grattamento e per questo può super-infettare la pelle, ma resta una patologia banale, per la quale si dispone di farmaci efficaci e a basso costo.

Proprio nelle scorse ore, in Italia, sono stati registrati nuovi casi.

Nello specifico, presso l’ospedale Don Uva di Foggia ben sei persone sono risultate affette da tale malattia. Il modulo C, dove sono stati esaminati i pazienti, è stato isolato allo scopo di mettere in atto tutte le procedure di profilassi.

La scoperta del contagio è avvenuta lo scorso 23 dicembre, e da lì si è proceduti subito a isolare il reparto e a sottoporre i sei pazienti ai vari cicli di cure.

Quotidianamente viene effettuata la sostituzione di lenzuola e materassi, mentre operatori socio sanitari e infermieri utilizzano guanti e camici monouso. Non si ha contezza di come possa essersi verificato il contagio, ma dalla direzione smentiscono la presenza di un allarme scabbia.

Esclusa categoricamente la relazione tra il contagio e ipotetici problemi di scarsa igiene: “Chi ha veicolato una notizia del genere, ha solo voluto gettare discredito su di noi. Il contagio può essere avvenuto in tanti modi. Tuttavia, bastano pochi trattamenti con delle pomate specifiche per debellarla, è più complicato curare un raffreddore. E’ un po’ come per i pidocchi: un bambino seppur pulito può averli. Non è, dunque, il caso di parlare di allarme scabbia”.

Ma non sono gli unici casi riscontrati a Foggia: un intero nucleo familiare contagiato dalla scabbia è infatti stato ricoverato agli Ospedali Riuniti di Foggia.

Questa volta, a differenza del caso registrato al Don Uva, si tratta di una storia di disagio e la collaborazione tra i sanitari e il comune di Lucera è stato essenziale.

Mamma e tre figlie (la più grande di circa 15 anni, la più piccola di 3), sono state ricoverate nel reparto di malattie infettive dopo la visita in Pronto soccorso.

Sono stati accompagnati dai servizi sociali del Comune di Lucera – spiega a l’Immediato Cristina Sponzilli della direzione sanitaria del policlinico -, alle spalle avevano una situazione di disagio economico e sociale. Dopo la consulenza dermatologica e la diagnosi, sono stati trasferiti nel reparto di Malattie infettive, solo per ragioni di spazio: lì c’è una stanza di isolamento più grande e potevamo tenere unito il nucleo familiare, vista la presenza dei minori”.

Abbiamo fatto tutte le segnalazioni del caso, anche all’ufficio Igiene dell’Asl di Foggia – continua Sponzilli -, e assieme ai servizi sociali siamo rimasti vicini alla famiglia in difficoltà. Non c’è nessun allarme per la scabbia, che è stata trattata molto facilmente. In ogni caso, prima di Natale avrebbero dovuto essere comunque visitati, perché molto probabilmente vivono in condizioni di estremo disagio. Oggi – concludono – sono stati dimessi. Il sindaco ha seguito tutta la vicenda con attenzione. Ora non sappiamo dove sono stati sistemati, ma siamo sicuri che il caso è stato gestito nel migliore dei modi, con una efficace collaborazione tra gli enti”.

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