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Gli scienziati scoprono un materiale che non dovrebbe esistere

VEB Giu 16, 2025

Una scoperta rivoluzionaria sta scuotendo le fondamenta della fisica e della scienza dei materiali. Ricercatori hanno finalmente svelato il segreto della stabilità di una forma di materia considerata “impossibile” per decenni: i quasicristalli. Utilizzando simulazioni quantistiche all’avanguardia, gli scienziati hanno dimostrato che queste strutture, un affascinante ibrido tra l’ordine dei cristalli e il disordine del vetro, possiedono una stabilità intrinseca che apre le porte a una nuova era nella progettazione di materiali innovativi.

Gli scienziati scoprono un materiale che non dovrebbe esistere

Il mondo della materia è molto più complesso e sorprendente di quanto si pensasse. Una recente ricerca, condotta da un team di scienziati di primo piano, ha fatto luce su uno dei più grandi enigmi della fisica contemporanea, dimostrando l’esistenza e la stabilità di strutture che, secondo le leggi classiche della cristallografia, non dovrebbero esistere.

Cosa Sono i Quasicristalli? Un Ordine Senza Ripetizione

Per comprendere la portata di questa scoperta, è necessario fare un passo indietro. I materiali solidi che conosciamo, come il sale o il quarzo, sono tipicamente cristalli. Ciò significa che i loro atomi sono disposti in una struttura tridimensionale ordinata e periodica, uno schema che si ripete all’infinito in tutte le direzioni. Questa periodicità era considerata una legge fondamentale.

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I quasicristalli, invece, rompono questa regola. I loro atomi sono disposti in schemi ordinati ma non ripetitivi (aperiodici). Immaginate una pavimentazione realizzata con piastrelle che si incastrano perfettamente senza però creare mai un motivo che si ripete: questa è l’essenza di un quasicristallo. Possiedono simmetrie rotazionali, come quella a cinque punte, che sono assolutamente proibite nella cristallografia classica.

La loro scoperta, avvenuta nel 1982 ad opera dello scienziato israeliano Dan Shechtman, fu accolta con scetticismo e ostilità dalla comunità scientifica. Tuttavia, la sua perseveranza e le prove sperimentali inconfutabili gli valsero il Premio Nobel per la Chimica nel 2011, come documentato dalla stessa Fondazione Nobel.

Il Mistero della Stabilità: Entalpia batte Entropia

Per anni, il più grande interrogativo sui quasicristalli è stato: perché sono stabili? La stabilità di un materiale può derivare da due fattori principali:

  • Stabilità entalpica: gli atomi si dispongono nella configurazione di minima energia possibile, come accade nei cristalli perfetti.
  • Stabilità entropica: la stabilità è data dal disordine e dal gran numero di possibili configurazioni atomiche, come nel caso del vetro, che è essenzialmente un liquido “congelato” in uno stato caotico.

I quasicristalli sembravano trovarsi in una terra di mezzo inspiegabile. Mancando della periodicità dei cristalli, come potevano essere stabili dal punto di vista energetico (entalpico)?

La svolta è arrivata grazie a un nuovo e potente approccio basato sulla simulazione quantistica. I ricercatori hanno sviluppato un metodo computazionale innovativo per analizzare l’energia di piccoli cluster di atomi (nanoparticelle) estratti da un quasicristallo simulato. Analizzando come l’energia cambiava all’aumentare delle dimensioni di questi cluster, sono riusciti a estrapolare il comportamento energetico dell’intero materiale.

I risultati, pubblicati su riviste scientifiche di grande prestigio come Nature Materials, hanno dimostrato che noti quasicristalli, come le leghe di Itterbio-Cadmio e Scandio-Zinco, sono stabilizzati dall’entalpia. Questo significa che, nonostante la loro complessa struttura aperiodica, gli atomi trovano un “incastro” energeticamente favorevole che conferisce una stabilità intrinseca alla struttura.

Un Algoritmo Rivoluzionario per il Futuro dei Materiali

La sfida computazionale per arrivare a questo risultato è stata immensa. I calcoli per nanoparticelle di grandi dimensioni diventavano esponenzialmente complessi. Per superare questo ostacolo, il team ha sviluppato un nuovo algoritmo 100 volte più veloce dei metodi tradizionali, ottimizzato per sfruttare la potenza dei moderni supercomputer.

Questa innovazione tecnologica non solo ha risolto il mistero dei quasicristalli, ma apre anche prospettive incredibili per lo studio di altri materiali complessi, come i vetri metallici e le strutture con difetti cristallini. Comprendere e modellare con precisione la disposizione atomica è il primo passo per progettare “a tavolino” materiali con proprietà specifiche e rivoluzionarie, con possibili applicazioni che vanno dai rivestimenti ultra-resistenti fino ai nuovi orizzonti del calcolo quantistico.

Lungi dall’essere materia di un altro universo, i quasicristalli sono una realtà affascinante del nostro, che ci costringe a riconsiderare le leggi fondamentali della materia e ci proietta verso un futuro di infinite possibilità tecnologiche.

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