Un ex agente della polizia stradale russo, diventato il carismatico leader di una setta che lo vedeva come la reincarnazione di Gesù Cristo, è stato condannato a 12 anni di carcere. La sentenza, emessa martedì da un tribunale in Russia, ha stabilito che Sergei Torop, noto ai suoi adepti come “Vissarion”, ha causato danni significativi alla salute e alle finanze dei suoi seguaci.

La nascita di una “Chiesa” in Siberia
Era il 1991, l’anno del crollo dell’Unione Sovietica, quando Sergei Torop fondò la “Chiesa dell’Ultimo Testamento” in una remota e suggestiva area di Krasnoyarsk, in Siberia. In un periodo di grande instabilità e povertà per la Russia, l’uomo, con la sua lunga barba e i capelli fluenti, affermava di essere “rinato” per diffondere la Parola di Dio. Questa promessa attrasse migliaia di fedeli, molti dei quali arrivarono a stabilirsi in una comunità chiamata “Città del Sole”, cercando una guida e un rifugio dalla difficile realtà circostante.
Torop, oggi 64enne, imponeva ai suoi seguaci un rigido codice di condotta: non mangiare carne, non fumare, non bere alcolici, non imprecare e non usare denaro. I fedeli, spesso, lo veneravano e pregavano per lui, convinti della sua natura divina.
Le accuse: manipolazione e danni ai fedeli
Tuttavia, dietro l’immagine del “Messia siberiano” si nascondeva un sistema di manipolazione. Il Comitato Investigativo russo, l’equivalente dell’FBI, ha accusato Torop e due dei suoi assistenti di aver esercitato una forte pressione psicologica per estorcere denaro ai credenti, causando gravi danni alla loro salute mentale e fisica.
Un’inchiesta del quotidiano britannico The Guardian del 2020 ha approfondito le dinamiche di questa setta e le accuse a carico di Torop, evidenziando come la sua influenza sui seguaci fosse profonda e spesso coercitiva. (Fonte: The Guardian – Leader of Siberian cult who claims to be Jesus arrested)
La sentenza: anni di carcere e risarcimenti milionari
Il tribunale di Novosibirsk ha emesso le sue sentenze: Sergei Torop e Vladimir Vedernikov sono stati condannati a 12 anni di carcere, mentre Vadim Redkin ha ricevuto una condanna di 11 anni. Oltre alla detenzione, i tre uomini sono stati condannati a pagare complessivamente 40 milioni di rubli (circa 500.000 euro) di risarcimento alle vittime. Vedernikov è stato inoltre accusato di frode.
La vicenda di Torop non è passata inosservata a livello internazionale. Nel 2017, un documentario della BBC, condotto da Simon Reeve, intervistò Torop, che all’epoca negò ogni illecito. Il filmato rivelò anche aspetti inquietanti della vita nella “Città del Sole”, come l’addestramento di giovani studentesse, figlie di seguaci di Vissarion, destinate a diventare “future spose di uomini degni di rispetto”. Questo documentario ha contribuito a portare all’attenzione del pubblico globale le pratiche controverse all’interno della setta. (Fonte: BBC – Simon Reeve’s Sacred Rivers – The Irtysh – Nota: la disponibilità del documentario completo può variare a seconda della regione).
La condanna di Torop e dei suoi complici segna un importante capitolo nella lotta contro le sette e le organizzazioni che sfruttano la fede per scopi illeciti, riaffermando l’importanza di proteggere le persone vulnerabili da manipolazioni e abusi.
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