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Sette sigilli dell’Apocalisse: cosa sono e se davvero si stanno aprendo

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Il tema dei Sette Sigilli dell’Apocalisse, narrati nel libro della Rivelazione, ha da sempre affascinato studiosi, teologi e appassionati di profezie bibliche. Ma stiamo davvero vivendo i tempi profetici preannunciati nel Nuovo Testamento? Alcuni pensano di sì, associando eventi globali come guerre, pandemie e crisi ambientali ai Quattro Cavalieri dell’Apocalisse. Altri, invece, invitano alla cautela e a un’interpretazione più aderente al contesto biblico originario.

Sette sigilli Apocalisse cosa sono e se davvero si stanno aprendo

Cosa sono i sette sigilli dell’Apocalisse?

Nel capitolo 6 del Libro dell’Apocalisse, scritto da Giovanni di Patmos, si legge che l’Agnello (simbolo di Cristo) apre uno a uno sette sigilli di un libro, scatenando eventi catastrofici. Questi sigilli rappresentano giudizi divini che si abbattono sulla terra prima del ritorno di Gesù Cristo. I primi quattro sono i più noti, legati ai Quattro Cavalieri:

  1. Cavallo bianco: conquista o inganno.
  2. Cavallo rosso: guerra.
  3. Cavallo nero: carestia.
  4. Cavallo pallido: morte tramite pestilenza, fame, spada e bestie selvagge.

I successivi sigilli, fino al settimo, descrivono persecuzioni, sconvolgimenti cosmici e, infine, la preparazione al giudizio finale, come riportato in Apocalisse 8.

Interpretazioni moderne: pandemia e crisi globali sono segni?

Durante eventi globali come la pandemia di COVID-19, alcuni hanno sostenuto che questi fossero i primi segni dell’apertura dei sigilli. Tuttavia, autorevoli studiosi della Bibbia, come il dott. Michael L. Brown, noto esperto in lingue semitiche e testi biblici, respingono questa ipotesi.

In un articolo pubblicato su The Christian Post (fonte), Brown afferma che, per quanto gli eventi globali possano sembrare drammatici, non coincidono con i giudizi definiti nella narrazione apocalittica. Secondo lui, il contenuto dei sigilli è troppo specifico e radicale per essere paragonato a crisi “comuni” – per quanto gravi – come la pandemia o l’instabilità geopolitica.

Il settimo sigillo e i sette angeli

L’apertura del settimo sigillo è particolarmente solenne: “vi fu silenzio in cielo per circa mezz’ora” (Apocalisse 8:1), dopodiché compaiono sette angeli con sette trombe, pronti a scatenare nuove calamità sulla terra. Questi eventi segnano l’inizio della fase più intensa del giudizio divino.

Eppure, molti teologi sottolineano che l’Apocalisse è un testo simbolico, spesso mal interpretato. Alcuni lo leggono in chiave futuristica, altri vedono in esso una rappresentazione simbolica del conflitto tra il bene e il male nella storia dell’umanità, come spiegato in numerose analisi teologiche pubblicate da BibleGateway e Logos Bible Software (fonti, https://www.logos.com).

Cosa aspettarsi davvero?

Secondo Brown e altri studiosi biblici, i sigilli non sono ancora stati aperti. Le profezie devono ancora compiersi, e nessuno degli eventi descritti nel libro ha avuto luogo con l’intensità e l’universalità previste dal testo sacro. Le interpretazioni che vedono nella pandemia di COVID-19 un segno apocalittico sono, per ora, speculative.

“Vedremo se accadrà,” scrive Brown, “ma posso dire con sicurezza che non sta ancora accadendo.”

Conclusione: fede, discernimento e conoscenza

Il fascino delle profezie apocalittiche è comprensibile, soprattutto in tempi di incertezza globale. Tuttavia, è essenziale affidarsi a fonti bibliche autorevoli e a un’analisi storica e teologica accurata. La Bibbia non è un oroscopo, ma un testo complesso che richiede studio, discernimento e contestualizzazione.