Da sempre si dibatte sull’origine delle credenze spirituali e religiose. Molti ipotizzano che le nostre esperienze oniriche giochino un ruolo fondamentale. Una recente ricerca ha utilizzato l’intelligenza artificiale (AI) per dimostrare scientificamente questa connessione, fornendo uno sguardo inedito su come il contenuto dei nostri sogni possa plasmare il nostro senso di spiritualità e la nostra percezione di un “potere superiore”, non immediatamente, ma con un significativo ritardo temporale. Lo studio, pubblicato su Frontiers in Psychology, apre nuove strade per decifrare i meccanismi cognitivi alla base della fede.

Il Laboratorio del Subconscio: La Fase REM e gli Incontri Ultraterreni
Per testare l’antica teoria secondo cui le esperienze oniriche sono la culla delle credenze spirituali, un team di scienziati ha concentrato l’attenzione sulla fase REM (Rapid Eye Movement). Questo stadio del sonno non è solo caratterizzato da immagini visive vivide e un’intensa emotività, ma anche da una maggiore associatività mentale. Questa combinazione crea un terreno fertile per simulare incontri inusuali con quelle che possiamo definire “entità ultraterrene” o figure di immenso potere.
Nell’esperimento sono stati coinvolti 124 adulti sani. A loro è stato richiesto di tenere un diario dettagliato, registrando ogni giorno le loro interazioni sociali, lo stato emotivo e, soprattutto, il loro sentimento di connessione spirituale o vicinanza a Dio, sia al mattino che alla sera. Al risveglio, i partecipanti dovevano anche annotare in dettaglio il contenuto dei loro sogni. La mole di dati raccolti è stata poi analizzata con una duplice metodologia: un’analisi manuale tradizionale e, in modo cruciale, un’analisi tramite apprendimento automatico.
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L’analisi preliminare dei sogni ha confermato che i sogni con contenuto soprannaturale o figure potenti sono spesso percepiti come strani, bizzarri e persino spaventosi dai partecipanti. Un elemento chiave emerso è stato il basso livello di controllo personale avvertito durante questi sogni. Questo aspetto è fondamentale: l’assenza di controllo nel mondo onirico sembra essere direttamente collegata all’apparizione di figure onnipotenti. In sostanza, la mente in stato di ridotto controllo personale apre le porte a immaginari incontri con poteri superiori. Questa esperienza, vissuta nel subconscio, è la scintilla che innesca la riflessione e l’integrazione successiva.
L’Influenza Ritardata: Quando il Sonno Plasmare la Fede
La scoperta più significativa di questa ricerca riguarda la tempistica dell’influenza dei sogni. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’impatto spirituale non è immediato. Lo studio ha dimostrato che lo stato emotivo e il senso di potere personale in un sogno influenzano la relazione con Dio o la spiritualità solo dopo tre o quattro giorni dal sogno stesso. Il sonno, quindi, non è un evento isolato, ma agisce come un catalizzatore che modella gradualmente la nostra visione spirituale del mondo.
Per rilevare questa connessione temporale complessa, i ricercatori hanno sfruttato l’intelligenza artificiale. L’AI, addestrata sui dati dei partecipanti, ha dimostrato un’accuratezza predittiva notevolmente superiore rispetto ai metodi statistici classici nel determinare i futuri livelli di vicinanza a Dio. Sorprendentemente, l’AI ha assegnato maggior valore ai dati relativi a tre giorni prima, riconoscendo che le esperienze oniriche recentissime avevano un impatto minimo.
Questo dato suggerisce che il processo di integrazione cognitiva è lento. L’esperienza vissuta in stato di sogno, specialmente quella con elementi soprannaturali e una sensazione di impotenza, viene elaborata e assimilata dalla coscienza nei giorni successivi. Solo allora inizia a influenzare attivamente le convinzioni e gli atteggiamenti che manifestiamo nella vita di tutti i giorni. È un meccanismo di integrazione dell’esperienza onirica nella nostra visione del mondo. Questo supporta l’ipotesi che l’esperienza di incontrare poteri superiori in uno stato di vulnerabilità durante il sonno sia un meccanismo cognitivo primario nella formazione delle credenze religiose e spirituali.
I Limiti dello Studio e il Futuro della Ricerca
Gli autori della ricerca sono stati onesti nel sottolineare i limiti metodologici. Tra questi, spicca la necessità di perfezionare il metodo di classificazione dei sogni “soprannaturali”, che, sebbene avanzato, non è esente da possibili errori. Un altro punto di cautela riguarda la dimensione del campione di dati, che, seppur sufficiente, riduce l’affidabilità su alcune conclusioni specifiche e suggerisce la necessità di replicare lo studio su scala più vasta per garantire la validità e la generalizzabilità dei risultati.
Ulteriori ricerche in questo campo potrebbero non solo confermare queste scoperte ma anche approfondire la nostra comprensione di come le esperienze cognitive non-ordinarie, come i sogni, contribuiscano a definire la natura delle convinzioni e delle emozioni umane.
Conclusioni e Approfondimenti
La dimostrazione, grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale, del legame ritardato tra sogni e spiritualità rappresenta un passo avanti significativo nella psicologia della religione. Non si tratta solo di confermare un’antica ipotesi, ma di quantificare e mappare l’impatto trasformativo del subconscio sulla nostra vita cosciente e sulle nostre credenze più profonde. Il sonno è un laboratorio cognitivo che, lavorando in silenzio, ridefinisce giorno dopo giorno il nostro rapporto con l’ignoto.
Per approfondire la metodologia e i dettagli di questa affascinante ricerca, è possibile consultare la pubblicazione originale sulla rivista scientifica e le fonti che ne hanno parlato:
- Frontiers in Psychology – Per la pubblicazione dello studio originale.
- PsyPost – Per l’analisi divulgativa della ricerca.
FAQ – Domande Frequenti
Q: In che modo l’Intelligenza Artificiale ha migliorato la ricerca sui sogni e la spiritualità?
R: L’AI ha permesso di rilevare una connessione temporale complessa che i metodi statistici tradizionali faticavano a individuare. Ha dimostrato che i dati dei sogni di tre o quattro giorni prima erano i più predittivi per il livello di vicinanza a Dio, evidenziando l’esistenza di un effetto ritardato.
Q: Qual è il ruolo della fase REM in questo processo?
R: La fase REM, con la sua intensità visiva ed emotiva, funge da simulatore di incontri straordinari. La caratteristica di ridotto controllo personale durante il sogno crea le condizioni ideali perché la mente possa sperimentare figurativamente un incontro con poteri superiori, fondamento per le successive convinzioni.
Q: I sogni influenzano la spiritualità immediatamente?
R: No, la scoperta chiave è proprio l’opposto. Lo studio rivela un effetto ritardato di tre o quattro giorni. L’esperienza onirica viene gradualmente integrata dalla coscienza; è l’elaborazione successiva del sogno, e non l’immediatezza, a plasmare la nostra visione del mondo e le credenze spirituali.
Q: Cosa si intende per “sogni con contenuto soprannaturale”?
R: Si tratta di sogni che includono elementi fuori dall’ordinario, figure potenti o ultraterrene e situazioni in cui il sognatore avverte un basso controllo sugli eventi. Questi sogni sono spesso descritti come bizzarri, intensi o spaventosi e sono quelli che hanno mostrato la maggiore influenza sulla spiritualità successiva.
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