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Parlare con le mani aumenta la persuasione: lo studio

Angela Gemito Dic 5, 2025

Siamo abituati a preparare meticolosamente le parole che diremo, limando ogni frase per renderla perfetta. Eppure, una parte sostanziale del nostro impatto sugli altri non risiede in ciò che esce dalla bocca, ma in ciò che fanno le nostre braccia. Per anni si è dibattuto se gesticolare fosse un tratto culturale folcloristico o un reale strumento cognitivo. Oggi, la scienza offre una risposta definitiva: l’uso strategico dei gesti delle mani modifica radicalmente la percezione di competenza e chiarezza in chi ascolta. Non è solo questione di carisma, ma di come il cervello umano elabora le informazioni visive e uditive simultaneamente.

Una recente indagine, che ha analizzato una mole impressionante di dati provenienti dai palchi più prestigiosi al mondo, ha messo in luce come specifici movimenti, definiti “illustratori”, siano la chiave per trasformare un discorso mediocre in una performance memorabile.

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La scienza dietro il movimento: l’analisi su 200.000 video

L’idea che il corpo parli tanto quanto la voce non è nuova, ma raramente è stata supportata da dati così massicci. Il ricercatore italo-americano Giovanni Luca Casio-Rizzo ha pubblicato sul prestigioso Journal of Marketing Research uno studio che cambia le carte in tavola. Attraverso l’utilizzo di algoritmi avanzati di intelligenza artificiale, il team ha scansionato e codificato quasi 200.000 video di TED Talks.

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L’obiettivo era isolare le variabili del successo comunicativo. Perché alcuni speaker tengono il pubblico incollato alla sedia mentre altri, pur dicendo cose intelligenti, risultano piatti? La risposta risiede nella congruenza tra parola e gesto. L’influenza dei movimenti delle mani sulla percezione del parlato è risultata essere un fattore determinante per il successo.

Casio-Rizzo ha identificato una specifica categoria di movimenti: i gesti illustratori. Questi non sono movimenti casuali o tic nervosi (spesso chiamati “adattatori”, come toccarsi i capelli o aggiustarsi la cravatta, che invece denotano insicurezza). Gli illustratori sono movimenti che “disegnano” il concetto nello spazio aereo tra l’oratore e l’uditorio. Se un imprenditore sta parlando di una crescita esponenziale e accompagna la frase con una mano che sale in diagonale, sta utilizzando un illustratore.

Il cervello umano ama queste scorciatoie. Quando il canale visivo conferma quello uditivo, il carico cognitivo necessario per comprendere un concetto complesso diminuisce drasticamente. È come se il gesto fornisse i sottotitoli visivi al discorso, rendendo i concetti astratti più tangibili.

L’esperimento sui pitch imprenditoriali

Per validare l’analisi condotta con l’AI, sono stati organizzati esperimenti controllati con partecipanti umani chiamati a valutare presentazioni di business. Gli scenari simulavano i classici “pitch” per raccogliere fondi, situazioni in cui la fiducia e la competenza sono valute fondamentali.

I risultati sono stati inequivocabili: gli oratori che integravano gesti delle mani appropriati al contenuto venivano percepiti sistematicamente come più chiari, professionali e, soprattutto, persuasivi. Non si trattava solo di essere “piacevoli”: l’uso sapiente delle mani aumentava la percezione di leadership. Al contrario, chi teneva le mani in tasca, dietro la schiena o immobili lungo i fianchi veniva giudicato meno coinvolgente e, sorprendentemente, meno preparato sull’argomento.

Questo accade perché la gestualità è profondamente legata al concetto di Embodied Cognition (cognizione incarnata). Il nostro pensiero non avviene solo nel cervello, ma è distribuito attraverso il corpo. Quando vediamo qualcuno gesticolare in modo coerente, il nostro cervello interpreta quei segnali come prova che l’oratore “possiede” fisicamente l’argomento, ne ha il controllo totale.

Non tutti i gesti sono uguali: evitare l’effetto distrazione

Attenzione però a non cadere nell’errore opposto: muoversi troppo non equivale a muoversi bene. Lo studio sottolinea una distinzione critica che ogni comunicatore dovrebbe annotare. Mentre gli illustratori potenziano il messaggio, i gesti asincroni o casuali lo distruggono.

Agitare le mani senza uno scopo preciso, o fare movimenti che contraddicono le parole (ad esempio, dire “è una piccola cosa” mentre si allargano le braccia), crea una dissonanza cognitiva nello spettatore. Invece di facilitare la comprensione, questi errori costringono il cervello di chi ascolta a fare uno sforzo extra per decifrare il segnale contrastante, riducendo l’attenzione su ciò che conta davvero.

Gesti casuali o inappropriati distraggono l’attenzione e minano l’autorità dell’oratore. Immaginate un direttore d’orchestra: ogni movimento ha un’intenzione precisa. Se iniziasse a muovere la bacchetta a caso, la musica ne risentirebbe. Lo stesso vale per la parola parlata. La ricerca evidenzia che per ottenere risultati ottimali nella comunicazione persuasiva, la consapevolezza è tutto.

Esempi pratici di gesti “Illustratori” efficaci

Per applicare queste scoperte alla vita professionale quotidiana, che si tratti di una riunione su Zoom o di un discorso in pubblico, ecco alcuni esempi concreti emersi dall’analisi dei video con feedback positivo:

  • La sfera: Tenere le mani come se si stesse reggendo una palla invisibile è uno dei gesti più potenti per indicare che si ha il controllo di un concetto o che si sta presentando una soluzione completa. Steve Jobs ne faceva un uso magistrale.
  • La connessione: Unire le punte delle dita o incrociare le mani quando si parla di unire due reparti, due idee o due persone. Questo rafforza visivamente il concetto di legame.
  • La lista: Contare sulle dita mentre si elencano punti (primo, secondo, terzo). Sembra banale, ma aiuta il pubblico a strutturare le informazioni mentalmente, fungendo da ancora mnemonica.
  • La dimensione: Allargare le braccia per indicare grandezza, importanza o distanza, oppure avvicinare pollice e indice per indicare precisione o un dettaglio minuscolo.

Casio-Rizzo suggerisce che il talento non è necessariamente innato. Anche brevi sessioni di allenamento possono portare a miglioramenti significativi. Non serve diventare attori teatrali; basta iniziare a notare dove sono le nostre mani mentre parliamo. Se sono nascoste, stiamo perdendo un’opportunità di influenza. Se si muovono a tempo con le nostre parole chiave, stiamo amplificando il nostro messaggio.

Tirando le somme di questa ricerca, appare chiaro che la vecchia raccomandazione di “stare composti” è obsoleta. In un mondo saturo di informazioni, dove l’attenzione è la risorsa più scarsa, il corpo deve diventare un alleato della voce. Migliorare la qualità della comunicazione passa inevitabilmente per la liberazione delle mani. La prossima volta che dovete convincere qualcuno, ricordate: non diteglielo e basta, fateglielo vedere.


FAQ – Domande Frequenti

Gesticolare troppo può essere controproducente? Sì, assolutamente. Lo studio indica che i gesti devono essere “illustratori”, ovvero funzionali al messaggio. Movimenti frenetici, ripetitivi o non sincronizzati con le parole (chiamati “adattatori” o tic) creano rumore visivo, distraggono l’interlocutore e riducono la percezione di competenza professionale.

È possibile imparare a gesticolare in modo naturale se sono timido? Certamente. La ricerca di Casio-Rizzo conferma che brevi sessioni di allenamento mirato sono efficaci. Si può iniziare esercitandosi davanti allo specchio o registrandosi in video, concentrandosi inizialmente su pochi gesti base (come elencare i numeri con le dita o mostrare le dimensioni) finché non diventano automatici.

Perché i gesti aiutano il cervello a capire meglio? I gesti riducono il carico cognitivo. Quando le mani “disegnano” un concetto (ad esempio, una relazione tra due cose), forniscono un’informazione visiva che rafforza quella uditiva. Questo doppio canale di input facilita l’elaborazione dei concetti astratti, rendendo il messaggio più memorabile e meno faticoso da seguire.

Lo studio si applica anche alle riunioni online? Sì, i principi rimangono validi anche in videochiamata. Anzi, in un riquadro video limitato, le mani diventano ancora più importanti per mantenere l’attenzione. È consigliabile inquadrarsi in modo che siano visibili anche le spalle e la parte superiore del torace, permettendo alle mani di entrare in campo quando necessario.


Vuoi approfondire l’arte della comunicazione? Per esplorare ulteriori dinamiche sulla psicologia della persuasione e leggere lo studio originale, visita il sito ufficiale del Journal of Marketing Research o guarda le analisi dei migliori speaker sulla piattaforma TED.

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Angela Gemito

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Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!

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Tags: gesti gestualità marketing parlare

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