C’è una cosa che succede regolarmente, ormai: ti siedi al bar con un amico, magari uno smanettone, e finisce sempre con la fatidica frase: “Dovremmo fare una startup con l’AI.”
Fantastico, davvero. Ma… fare cosa, esattamente?
L’intelligenza artificiale è ovunque – sì, anche nel frigorifero smart che ti dice che il latte sta per scadere. Ma trasformare un’idea generica in una startup vera è un’altra storia. Spoiler: non serve reinventare la ruota né competere con OpenAI. Serve cogliere bisogni veri. Ecco 5 spunti che, con un po’ di lavoro sporco (e meno PowerPoint), possono diventare qualcosa di interessante.

1. “Cosa cucino stasera?” — L’AI da frigorifero disperato
Chi non si è mai trovato davanti al frigo aperto, con tre ingredienti a caso e zero ispirazione? Un’app AI che ti dice cosa puoi cucinare con quello che hai già in casa – tenendo conto della dieta, degli allergeni, del tuo umore (perché no?) – ha più senso di tante soluzioni da incubatore.
Immagina un sistema collegato a servizi tipo MyFitnessPal o Yazio, magari integrato con le API di supermercati locali per consigliarti cosa manca. Non è solo comodità: parliamo di riduzione dello spreco alimentare, risparmio e gestione intelligente del tempo. E se ti sembra banale… chiedi a chi ha figli o turni di lavoro assurdi quanto sarebbe utile.
2. “Parliamone…” — L’AI psicologa da 10 minuti al giorno
Ora, non giriamoci intorno: l’ansia è ovunque. Ma non tutti possono permettersi uno psicoterapeuta, e a volte non serve nemmeno. Basta qualcuno – o qualcosa – che ti ascolti senza giudicare.
Un’app AI che analizza tono di voce, testo dei messaggi o semplicemente come scrivi in chat per rilevare stati emotivi? C’è già qualcosa, sì. Ma la chiave è l’approccio micro, quotidiano, non clinico. Pensa a una sorta di “coach mentale” che ti propone tecniche di respirazione, audio rilassanti, esercizi cognitivi leggeri. Tipo Calm o Headspace, ma con una personalizzazione radicale.
E no, non serve essere psicologi per capire che bastano 10 minuti al giorno per fare la differenza.
3. “In legalese stretto…” — L’AI che ti spiega i contratti come a un bambino
Hai mai letto per intero un contratto di affitto, un NDA o i famigerati Termini e Condizioni? No? Bene, sei in ottima compagnia. Il legalese è una barriera più alta del paywall del New York Times.
Ora immagina di caricare un PDF su un’app, e ricevere un riassunto tipo: “Questa clausola dice che se rompi il forno, paghi tu.” Niente paroloni, zero confusione. Target? Freelancer, startupper, privati, chiunque abbia firmato qualcosa senza capire bene.
Sì, serve una buona base NLP e un po’ di finezza giuridica. Ma l’idea è lì: semplificare. E ti stupirebbe sapere quanti pagherebbero per una cosa così semplice.
4. “Ragazzi, stiamo parlando sempre delle stesse cose…” — L’AI che ripulisce il caos nei team
Ogni team ha una chat interna. Slack, Teams, Discord… cambia il contenitore, non il contenuto. Il problema? Le stesse discussioni che si ripetono. Riunioni che non portano a nulla. Task che nessuno aggiorna.
Un assistente AI che legge le chat, riassume gli argomenti chiave, segnala duplicazioni e magari propone azioni pratiche non è solo utile: è salute mentale pura. Pensa a lui come un collega silenzioso che ti guarda lavorare e ogni tanto ti dice: “Ehi, guarda che ‘sta cosa l’avete già detta lunedì scorso…”
Non è un bot qualsiasi, ma uno strumento che capisce dinamiche umane, tempi e frustrazioni. A proposito: una funzione per evidenziare chi interrompe sempre gli altri? Ci metto la firma.
5. “Sta piangendo o ha solo sonno?” — L’AI da manuale per neogenitori
Essere genitori oggi è una giungla. Gruppi Facebook pieni di opinioni contrastanti, chat di WhatsApp con pediatri improvvisati, articoli online che dicono tutto e il contrario di tutto.
Ecco un’idea concreta: un assistente AI per genitori appena svezzati. Organizzato per tappe (allattamento, primi dentini, febbri misteriose), collegato a fonti affidabili (OMS, Ministero, pediatri reali), ma con un linguaggio comprensibile. Più che un’enciclopedia, una specie di “manuale vivente” in chat.
Con notifiche, risposte smart, frasi rassicuranti. No, non sostituisce il pediatra. Ma ti evita quel panico da “Google alle 3 di notte” che conosce fin troppo bene chi ha figli.
In conclusione: meno genio, più realtà
Sai cosa? Non devi per forza inventare l’AI del futuro. Devi solo notare quei piccoli momenti in cui la tecnologia può migliorare la giornata di qualcuno. Niente voli pindarici, niente hype da conferenza.
Spesso l’idea giusta è quella che ti sembra troppo semplice per funzionare. Proprio perché funziona davvero.
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!