Hawking credeva in Dio?
Stephen Hawking ha chiaramente affermato, sia nei suoi scritti sia nelle interviste, che non credeva in un Dio personale. Riteneva che l’universo e la vita potessero essere spiegati interamente attraverso le leggi della fisica, senza ricorrere a spiegazioni soprannaturali. Tuttavia, la sua visione non escludeva una forma di stupore esistenziale di fronte alla complessità del cosmo.

Chi era Stephen Hawking: oltre la scienza
Nato nel 1942, Hawking è diventato uno dei fisici teorici più influenti del XX secolo. Nonostante la diagnosi precoce di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), che lo ha gradualmente privato della mobilità, ha continuato a lavorare, comunicare e insegnare grazie a tecnologie assistive.
Il suo lavoro ha rivoluzionato il nostro approccio alla cosmologia quantistica, contribuendo a concetti come i buchi neri evaporanti e la nascita dell’universo senza condizioni iniziali definite.
Fonte: Università di Cambridge – Department of Applied Mathematics and Theoretical Physics (DAMTP).
Hawking tra scienza e religione: cosa dice il suo ultimo libro
Nel suo libro postumo Brevi risposte alle grandi domande (2018), Hawking affronta apertamente il tema dell’esistenza di Dio. Sebbene riconosca il ruolo storico della religione nella spiegazione del mondo, afferma che oggi la scienza è in grado di offrire risposte più complete e verificabili.
“La spiegazione più semplice è che Dio non esiste. Nessuno ha creato l’universo e nessuno dirige il nostro destino.”
Per Hawking, concetti come il Big Bang o la gravità quantistica rendono superflua l’ipotesi di un creatore. Non per ostilità ideologica, ma per rigore epistemologico.
Fonte: [Hawking, S. (2018). Brief Answers to the Big Questions. Bantam Books.]
La morte secondo Hawking: una visione materialista
Stephen Hawking ha spesso paragonato il cervello a un computer biologico: quando si guasta, smette di funzionare. Secondo lui, non esiste un aldilà, un paradiso o una forma di coscienza immortale.
“Il paradiso è una favola per chi ha paura del buio.”
Questa visione ha alimentato dibattiti tra scienziati, teologi e filosofi, ma riflette la coerenza del suo pensiero scientifico: tutto ciò che esiste deve essere dimostrabile o spiegabile secondo le leggi naturali.
La scienza come poesia dell’universo
Nonostante il suo ateismo, Hawking non era cinico. Incoraggiava le persone a essere curiose, a guardare le stelle, a meravigliarsi dell’esistenza:
“Guarda le stelle, non i tuoi piedi. Cerca di capire ciò che vedi. Sii curioso.”
Il suo approccio celebrava la bellezza dell’universo e il potere dell’intelletto umano. In un mondo dove il dogma spesso ostacola il pensiero critico, Hawking vedeva nella scienza una forma di emancipazione e di significato.
Scienza vs religione? Non per forza
Sebbene le sue dichiarazioni abbiano spesso alimentato una narrazione “scienza contro religione”, Hawking ha sempre difeso la libertà di credere. Ha sottolineato che il pensiero libero è alla base del progresso umano, e che la spiritualità non deve necessariamente essere religiosa.
Fonte: Gifford Lectures, 1993; intervista alla BBC.
Hawking e il mistero dell’esistenza
Stephen Hawking ha dimostrato che è possibile affrontare le più grandi domande dell’umanità con rigore scientifico, senza rinunciare alla meraviglia. La sua eredità non è solo nei suoi libri o nelle sue equazioni, ma nella sua capacità di unire scienza, filosofia e umanità in un unico messaggio di curiosità e resilienza.
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