Un gesto apparentemente innocente si è trasformato in un caso giudiziario con risvolti importanti sul tema dell’esposizione dei minori sui social. In Svezia, una madre di 24 anni è stata condannata per molestie dopo aver rotto un uovo sulla fronte della figlia per seguire una tendenza virale su TikTok.

Nel 2023, tra le sfide più discusse su TikTok, ne è emersa una che ha sollevato polemiche in tutto il mondo: genitori intenti a rompere uova sulla fronte dei propri figli, riprendendo le loro reazioni per poi condividerle online. Sebbene alcuni abbiano visto in questo gesto un semplice scherzo, il caso svedese ha acceso un importante dibattito sull’uso consapevole dei social media, specialmente quando coinvolgono bambini.
L’episodio, avvenuto a Helsingborg, ha visto protagonista una giovane madre che, fingendo di cucinare con la figlia, ha approfittato del momento per compiere lo scherzo davanti alla telecamera. Il video ha raccolto rapidamente oltre 100.000 visualizzazioni, ma ha anche attirato l’attenzione delle autorità locali. Una spettatrice ha segnalato il contenuto alla polizia, definendolo degradante nei confronti della bambina.
La procura svedese ha preso molto sul serio l’accaduto. Secondo quanto riportato da testate autorevoli come BBC News e The Guardian, la procuratrice Cecilia Andersson ha dichiarato che «non è accettabile umiliare un minore in questo modo, soprattutto diffondendo il video a un vasto pubblico». Il tribunale distrettuale di Helsingborg ha condannato la donna per molestie, imponendole una multa di 20.000 corone svedesi (circa 2.070 dollari), da versare come risarcimento alla figlia.
Il caso ha scatenato riflessioni più ampie sull’etica digitale e sulla tutela dell’infanzia online. Secondo un’indagine dell’UNICEF, sempre più minori vengono esposti pubblicamente sui social dai propri genitori, in una pratica definita “sharenting”, spesso senza considerare le conseguenze psicologiche e legali.
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Anche esperti del settore, come quelli del Center for Humane Technology, mettono in guardia sull’impatto che simili contenuti possono avere sulla percezione di privacy e dignità nei più piccoli. “Questi episodi mostrano come le dinamiche social virali possano oltrepassare i limiti del rispetto, specialmente quando coinvolgono soggetti vulnerabili come i bambini”, sottolineano.
Questo caso giudiziario potrebbe costituire un precedente importante per regolamentare l’utilizzo dei social media in ambito familiare e riaffermare il diritto dei minori alla riservatezza e al rispetto, anche nel mondo digitale.