Svezzamento, prima dei sei mesi aiuta i neonati a dormire di più

VEB

Lo svezzamento è un momento molto importante nella vita dei bambini. Dopo aver preso per mesi soltanto il latte, materno o in polvere esso sia, i neonati cominciano a confrontarsi con altri sapori ed altre consistenze.

In questo modo, piano piano, il bambino potrà abituarsi ad una alimentazione più da grande, arrivando a mangiare tutti i cibi sani che lo aiuteranno a crescere bene.

Le più importanti organizzazioni sanitarie mondiali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Fondo per l’Infanzia dell’ONU (UNICEF), considerano il latte umano l’alimento ideale per i bambini fino a 6 mesi di vita, pertanto non è opportuno iniziare lo svezzamento prima della fine del 6° mese. Inoltre il bambino prima di questa età non è fisiologicamente portato ad assumere cibi solidi.

A sei mesi il bambino è in grado di deglutire i pasti semiliquidi, apre la bocca al cucchiaio o gira il viso per rifiutarlo, afferra gli oggetti con le mani per portarli alla bocca e riesce a stare seduto sul seggiolone.

Naturalmente, in generale, i genitori devono stare molto attenti a non confondere l’abitudine del bambino a mettersi tutto in bocca con un bisogno di nuovi alimenti. Non è così. Intorno ai 5-6 mesi inizia anche la cosiddetta fase orale, quella in cui il bambino porta alla bocca tutto ciò che vede, perché è il suo modo per esplorare la realtà che lo circonda. Questo periodo dura fino ai 18 mesi circa, con una variabilità di 3-4 mesi, ed è qui che c’è il rischio maggiore di avvelenamento o soffocamento.

Ogni bambino quindi ha i suoi tempi, ma a quanto pare chi viene svezzato prima ha dei benefici maggiori: a quanto pare, infatti, bebè che iniziano lo svezzamento presto dormono meglio e si svegliano meno la notte.

Lo rivela una ricerca condotta in Gran Bretagna presso King’s College e St George’s University di Londra e pubblicata sulla rivista JAMA Pediatrics.

Un’équipe di ricercatori inglesi ha chiesto a un gruppo di madri e padri di introdurre il cibo solido nella bocca dei propri neonati prima dei sei mesi, l’età consigliata appunto dall’Organizzazione mondiale della sanità per l’inizio dello svezzamento.

I loro figli (età minima tre mesi) hanno dormito 17 minuti in più a notte rispetto a un gruppo di bambini rigorosamente allattati al seno fino al sesto mese. Anche i risvegli dei neonati alimentati con il cucchiaino erano più ridotti (1,7 invece dei 2 dei bimbi allattati al seno).

Ai genitori (1.300 i bambini coinvolti) era chiesto di compilare un questionario online sulle abitudini alimentari dei figli, sul sonno e sull’eventuale comparsa di allergie.

Era proprio quest’ultimo aspetto che i medici erano interessati a investigare: in pratica, gli esperti non si aspettavano la conferma di un comportamento non del tutto ortodosso, con il 26% delle madri che ha confessato di introdurre i cibi solidi in anticipo esplicitamente allo scopo di riuscire a dormire di più.

Si tratta di differenze significative per il sonno del bambino, scrivono gli autori del lavoro, ma anche la qualità di vita dei genitori dei bimbi svezzati prima, di conseguenza, è risultata migliore.

“È opinione diffusa tra le madri (inglesi) che l’introduzione precoce di cibi solidi possa aiutare i bambini a dormire meglio e il nostro studio lo supporta. Abbiamo trovato un piccolo, ma significativo, aumento nella durata del sonno e un risveglio meno frequente durante la notte. Dato che il sonno infantile influisce direttamente sulla qualità della vita dei genitori, anche un piccolo miglioramento può avere importanti benefici”, hanno chiosato gli autori dello studio.

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