La concezione della Terra cava è un tema che ha trovato spazio in diversi ambiti come la letteratura, il misticismo e, recentemente, anche nelle indagini scientifiche.
Secondo questa concezione, l’interno della Terra non è composto da un nucleo solido, bensì da una o più cavità sotterranee.
Diversi studiosi nel tempo hanno avanzato tale ipotesi, sebbene non vi siano prove concrete a suo sostegno. Alcuni esperimenti, tuttavia, hanno offerto indizi che potrebbero essere interpretati a favore di questa teoria. Tra questi, le ricerche del naturalista francese Antoine Baily tra il 1831 e il 1836, che osservò come le onde sonore attraversassero la Terra seguendo traiettorie rettilinee, suggerendo potenzialmente un vuoto interno.
In aggiunta, l’analisi delle variazioni del campo magnetico terrestre ha rivelato discrepanze nell’intensità del campo in diverse aree, il che potrebbe indicare una struttura interna della Terra non uniforme e, forse, l’esistenza di cavità.
Anche i dati raccolti dalla missione Gravity Probe B hanno suggerito che la massa terrestre potrebbe essere inferiore a quanto previamente ipotizzato, implicando una minore densità che potrebbe corrispondere alla presenza di spazi vuoti al suo interno.
Nonostante ciò, le evidenze scientifiche a favore della teoria della Terra cava sono viste con scetticismo dalla comunità scientifica. L’ipotesi di una struttura interna terrestre variabile non trova, ad esempio, riscontri in prove scientifiche solide, e i risultati ottenuti dalle indagini della Gravity Probe B non sono considerati sufficientemente accurati per confermare l’idea di una Terra cava.
In conclusione, benché esistano alcuni elementi che alcuni interpretano come favorevoli alla teoria della Terra cava, il consenso scientifico prevalente è che tale teoria non sia verosimile, lasciando la questione aperta a ulteriori investigazioni senza però alcuna conferma definitiva.