Ti sei mai chiesto cosa osserva davvero un recruiter durante un colloquio? Oltre alle classiche domande su esperienze e competenze, alcuni manager utilizzano metodi decisamente non convenzionali per valutare chi hanno di fronte. Gesti apparentemente banali, come condire un piatto, possono trasformarsi in veri e propri test attitudinali.

Il “Test del Sale e Pepe”: quando un gesto vale più del CV
Immagina la scena: sei a un colloquio a pranzo con il tuo potenziale capo. Il piatto arriva e, per abitudine, allunghi la mano verso la saliera prima ancora di averlo assaggiato. Un gesto innocuo? Non per tutti. Come emerso da un acceso dibattito online, alcuni manager considerano questa azione un segnale negativo. L’interpretazione è la seguente: condire il cibo senza averlo prima provato indicherebbe una tendenza a giudicare o modificare una situazione senza prima averla compresa.
Secondo questa logica, un candidato che agisce così potrebbe rivelarsi poco aperto alle novità o poco incline all’ascolto, caratteristiche fondamentali in molti ruoli moderni. Sebbene la correlazione tra preferenze alimentari e performance lavorativa sia tutta da dimostrare, questa storia, nata su un forum, ci insegna una lezione fondamentale: in un contesto di valutazione, ogni dettaglio può essere messo sotto la lente d’ingrandimento.
Non solo sale e pepe: l’importanza dei piccoli gesti
Quello del sale e pepe non è un caso isolato. Un esempio celebre arriva da Trent Innes, ex amministratore delegato di Xero Australia. In un’intervista al podcast “The Ventures”, Innes ha svelato il suo “test della tazzina di caffè”.
Durante il colloquio, offriva sempre qualcosa da bere al candidato. La vera valutazione, però, avveniva alla fine: il candidato si offriva di riportare la tazza vuota in cucina? Per Innes, questo semplice gesto era un indicatore potentissimo di umiltà e spirito di squadra. La sua filosofia era chiara: “Puoi sviluppare le competenze tecniche, ma non puoi insegnare l’attitudine“.
Chi non si preoccupava della propria tazzina, secondo lui, dimostrava di non avere quella mentalità collaborativa e quell’attenzione al bene comune che cercava nel suo team.
Conclusione
Metodi come il test del sale e pepe o della tazzina di caffè possono sembrare eccessivi, ma ci ricordano che le soft skills – come l’apertura mentale, l’umiltà e la collaborazione – sono sempre più determinanti. Che tu li ritenga giusti o meno, questi aneddoti dimostrano che un colloquio di lavoro va ben oltre le risposte che dai. È una valutazione a 360 gradi della tua persona.
Vuoi approfondire come vengono valutate le competenze trasversali e prepararti al meglio per i colloqui moderni? Ti consigliamo di leggere le risorse di blog autorevoli come l’Harvard Business Review e il blog ufficiale di LinkedIn.
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!