Tiroide, sintomi da non sottovalutare e buone abitudini da seguire

VEB

La tiroide è un organo impari, situato nella regione anteriore del collo alla base della gola. Questa ghiandola ricopre un ruolo fisiologico estremamente importante, poiché influenza direttamente lo sviluppo scheletrico e cerebrale, partecipa alla regolazione del metabolismo corporeo e allo sviluppo di pelle, apparato pilifero ed organi genitali.

Nonostante le ridotte dimensioni, la tiroide influenza l’attività di buona parte dell’organismo attraverso gli ormoni che produce e secerne nel circolo sanguigno. La tiroide è quindi una ghiandola endocrina; ghiandola perché sintetizza e libera ormoni, endocrina perché riversa il suo secreto nei liquidi interni all’organismo, nello specifico nel sangue.

I problemi tiroidei sono spesso causati da disturbi autoimmunitari, ossia situazioni in cui il sistema immunitario attacca e distrugge per errore le cellule del proprio organismo. Per esempio, il morbo di Basedow-Graves è una malattia autoimmunitaria che può causare iperattività della tiroide, mentre il morbo di Hashimoto può renderla ipoattiva.

Disturbi della tiroide in genere si verificano quando questa ghiandola rilascia troppi o troppo pochi ormoni e una tiroide iperattiva o poco attiva può essere causa di una vasta gamma di problemi di salute.

I sintomi delle malattie della tiroide sono aspecifici, ovvero comuni a molte patologie, perciò è talvolta difficile individuare e identificare un problema  come dovuto a una disfunzione della tiroide.

Tuttavia gli eventuali campanelli d’allarme vanno in ogni caso ascoltati e analizzati rivolgendosi al medico di famiglia; in caso questi ritenga necessario approfondire, prescriverà di effettuare dosaggi ormonali per valutare il corretto rilascio degli ormoni tiroidei. Spetterà infine all’endocrinologo interpretare e investigare eventuali risultati poco chiari.

Stanchezza, aumento o, al contrario, perdita di peso, irritabilità, tachicardia, insonnia e molti altri ancora sono i sintomi da tenere in considerazione.

Sono circa 6 milioni gli italiani che hanno disturbi alla tiroide. Ma potrebbero essere di più. Molte volte chi ne soffre non è a conoscenza e i campanelli d’allarme rimangono inascoltati.

“Questi tipi di disturbi colpiscono maggiormente la popolazione femminile. Rispetto agli uomini le donne infatti ne sono 7-8 volte più soggette sia per via della predisposizione genetica che di altri fattori come la gravidanza, che soprattutto nella fase successiva al parto può facilitarne la manifestazione” spiega il professor Paolo Vitti, presidente della Società Italiana di Endocrinologia, coordinatore e responsabile scientifico della Settimana Mondiale della Tiroide in programma fino al prossimo 27 maggio.

L’iniziativa, patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità, ha lo scopo di promuovere la prevenzione e la cura delle malattie che colpiscono la tiroide attraverso iniziative, visite ed esami gratuiti in tutt’Italia.

Inoltre, proprio in occasione della Settimana mondiale della Tiroide, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e Serena Missori, endocrinologa e nutrizionista, autrice del libro “La dieta della tiroide”, in collaborazione con Consulcesi Club, svelano quattro segreti sulla salute tiroidea che tutti dovrebbero conoscere.

Il primo riguarda la salute dell’intestino, uno dei fattori più importanti per la funzione della tiroide. Quando è infiammato, quest’organo assorbe male i nutrienti, produce più tossine che entrano nel circolo sanguigno, alterando l’equilibrio dei nostri ormoni, compresi quelli tiroidei.

I ritmi frenetici, eventi stressanti e poco riposo rappresentano un mix letale che può mandare in tilt la tiroide compromettendo la funzionalità. Lo stress infatti induce la produzione di cortisolo (definito non a caso ormone dello stress) che frena il lavoro della tiroide rallentando il nostro metabolismo e facendoci ingrassare. La soluzione è imparare a gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento e meditazione.

Ci sono cibi che sono veri alleati della salute tiroidea come il pesce (compresi gamberetti, totani e calamari), che contengono sia proteine che iodio, i pistacchi, per il loro apporto di tirosina, amminoacido essenziale per la formazione degli ormoni tiroidei, le noci del Brasile ricche di selenio e fondamentali per i processi enzimatici e le uova, meglio se biologiche. Se la tiroide funziona troppo, invece, via libera alla valeriana che è sedativa e al petto di tacchino che grazie al triptofano favorisce il rilassamento.

Attenzione infine anche alla quantità e alla qualità del sonno: un numero insufficiente di ore di sonno, o comunque un sonno disturbato, fa aumentare il lavoro delle ghiandole surrenali con maggiore produzione di adrenalina e noradrenalina nonché di cortisolo.

Per fortuna, grazie alle terapie oggi disponibili, che includono l’assunzione dell’ormone tiroideo sintetico per l’ipotiroidismo, di farmaci tireostatici nel caso dell’ipertiroidismo e della terapia chirurgica nel caso di noduli tiroidei o del cancro, al malato può essere garantita una buona qualità di vita.

Un ruolo importante è comunque svolto dalla prevenzione, che consiste principalmente nell’assunzione di iodio in quantità adeguate.

Il fabbisogno giornaliero, come spiega Massimo Tonacchera, Segretario AIT, Associazione Italiana della Tiroide, «è di 150 microgrammi per gli adulti, 90 per i bambini fino a 6 anni, 120 per i bambini in età scolare e 250 per le donne in gravidanza e durante l’allattamento».

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda quindi l’utilizzo di sale iodato e, se necessario, una quantità supplementare di iodio tramite l’assunzione di integratori, in special modo durante la gravidanza e l’allattamento.

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