Transumanza, esiste ancora? e cosa vuol dire?

VEB

Oggi, se lo si chiede ai nostri ragazzi e giovani, pochissimi sapranno della sua esistenza e di cosa si tratta, eppure da anni l’Italia si sta impegnando per farla diventare patrimonio UNESCO, più precisamente patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Di cosa parliamo?

Di un antico rito che per secoli ha fatto parte della cultura nostrana e non solo: la transumanza.

La parola transumanza deriva dal verbo transumare, ossia: attraversare, transitare sul suolo.

La transumanza è uno spostarsi di mandrie accompagnate dai pastori in primavera avanzata verso i pascoli in alpeggio (monticazione) ed in autunno il ritorno (demonticazione).

Le particolari strade che vengono seguite da chi ancora si dedica a questa antichissima attività prendono il nome di tratturi e sono conosciute solo dai più esperti.

Nel nostro paese la transumanza ha interessato principalmente le civiltà insediate lungo tutto l’arco appenninico centro-meridionale, in particolare l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Campania, la Basilicata ed il Lazio.

Anche se in alcune zone la transumanza tradizionale sopravvive, ora nella maggioranza dei casi le greggi viaggiano su camion e autotreni: con questo espediente, il tempo di trasferimento è ridotto alle ventiquattro ore con grande guadagno in termini di tempo e di risparmio.

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