Trapani, la sepsi si è portata via un neonato di poche ore

VEB

Una di quelle notizie terribili che non vorremmo mai dare: in Sicilia, presso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, è morto un bambino venuto alla luce poche ore prima.

I parametri vitali erano stati misurati al momento della nascita – avvenuta con parto naturale – e, secondo quanto dichiarato dai medici, il piccolo era in perfetta condizioni. Tant’è vero che i neogenitori erano felici e ne avevano festeggiato la nascita.

Poche ore dopo, tuttavia, qualcosa sembra precipitare e i parametri diventano critici. Il personale medico opta per una terapia antibiotica. Inizialmente la situazione sembra migliorare ma dopo poco tempo il neonato muore.

Subito il commissario dell’Asp di Trapani, Giovanni Bavetta ha annunciato che nelle prossime ore nominerà immediatamente una commissione interna al fine di valutare se ci sono eventuali responsabilità del personale ospedaliero o se vi sia stata purtroppo una causa fatale di carenza immunologica o di altre patologie neonatali.

Occorre fare piena luce su quanto avvenuto stamani nel reparto di ostetricia e neonatologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani”, ha detto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza commentando la notizia del decesso del neonato. “Bene ha fatto l’Asp di Trapani ad avviare una commissione di indagine interna – sono necessarie da parte dell’assessorato azioni a garanzia della correttezza dei protocolli adottati o per contribuire a fare emergere le eventuali responsabilità”, ha aggiunto Razza.

Al momento l’unica ipotesi plausibile sembra essere la sepsi fulminate.

Trapani la sepsi si e portata via un neonato di poche ore

La sepsi, conosciuta anche come setticemia, è una sindrome clinica caratterizzata da un’abnorme Risposta Infiammatoria Sistemica (SIRS), messa in atto dall’organismo in seguito al passaggio nel sangue di microrganismi patogeni provenienti da un focolaio sepsigeno.

In questi casi le sostanze chimiche rilasciate nel sangue dal sistema immunitario per combattere l’infezione innescano un’infiammazione sistemica, in grado cioè di coinvolgere l’intero organismo, e causano tra l’altro la formazione di coaguli di sangue e diffuse emorragie, che possono ridurre o interrompere il flusso sanguigno verso organi e tessuti periferici, privandoli così di sostanze nutritive e ossigeno.

Nei casi più gravi uno o più organi vanno incontro a una completa incapacità di svolgere la propria funzione e la pressione sanguigna diminuisce così drasticamente da esporre il soggetto a conseguenze fatali (shock settico).

La sintomatologia clinica della sepsi è sostenuta dall’interazione tra i prodotti tossici dell’agente eziologico (batteri, virus, miceti) e la risposta dell’ospite. Questi sintomi sono piuttosto aspecifici e comprendono febbre, tachicardia, discromie cutanee ed aumento della frequenza respiratoria. Non a caso la diagnosi di sepsi viene posta in seguito al riscontro di almeno due dei seguenti criteri che identificano la SIRS, purché accompagnati da un focolaio infettivo.

Se viene curata con tempestività, di solito con antibiotici e grandi quantità di liquidi somministrati tramite flebo, le probabilità di sopravvivenza del paziente aumentano.

La sepsi può colpire chiunque, ma è più facile riscontrala negli anziani con problematiche a carico del sistema immunitario e nei neonati.

I Batteri che sono conosciuti per causare la sepsi in neonati comprendono E.coli, il tipo b dello Streptococco del gruppo B, di Neisseria meningitidis, della Salmonella, di Hemophilus Influenzae e i monocytogenes di Listeria. La famiglia del Virus Herpes Simplex può anche causare l’infezione.

Se il neonato esibisce più di due di questi sintomi, è consigliabile ottenere l’opinione di un medico. Poiché la sepsi è una circostanza rapido di progressione, il trattamento in ritardo può causare il danno permanente alla crescita e sviluppo del bambino, quando non addirittura la morte.

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