Trapianti, un anno record per l’Italia

VEB

Come ci hanno ripetuto più volte le innumerevole campagne di sensibilizzazione che in questi anni si sono occupati del tema, la donazione di un organo è concretamente un atto di umanità e di responsabilità, di altissimo livello civile. Donare è un gesto di amore e generosità assoluta.

Oggi per diverse malattie l’alternativa terapeutica migliore è il trapianto d’organo: se l’organo manca, viene meno la cura. Per questo occorre che tutti abbiano la consapevolezza dell’importanza di un gesto di civiltà, con cui ci si fa carico della salute altrui e si investe sul benessere dell’intera società, donando gli organi quando non ci servono più.

Per fortuna, nel nostro paese, si stanno facendo, anno dopo anno, passi da gigante, e la sensibilità nei confronti di questo tema è molto aumentata da quando, 40 anni fa, eravamo penultimi in Europa per numero di donatori.

E quest’anno è stato un anno da record, per fortuna positivamente: aumentano infatti i donatori di organi in Italia, con un +18% quest’anno rispetto al 2016.

E’ quanto rende noto il Centro nazionale trapiantiDa due anni il trend è sempre in crescita: già lo scorso anno, infatti, si registrava un +15%. La quota dei donatori è di 28,7 casi per milione di abitanti (rispetto al 24,3 del 2016). Molto più generoso il Centro-Nord (35,4 donatori per milione) rispetto al Centro-Sud (19,1).

Una crescita mai registrata nel nostro Paese e che coinvolge sia la fase di donazione sia gli interventi eseguiti, che potrebbero arrivare entro la fine dell’anno a poco meno di 4 mila.

Trapianti, un anno record per l’Italia

Trapianti un anno record per Italia

Numeri che pongono la Penisola nettamente al di sopra la media europea, seconda solo alla Spagna.

Gli organi che beneficiano maggiormente di questo aumento sono i reni, il fegato e il cuore, mentre sono in lieve calo i trapianti di polmone. Altro dato importante è la riduzione dei pazienti in lista d’attesa, da 9.026 a 8.774.

Per le donazioni il dato di 35 donatori per milione di abitanti del Centro Nord è di grande importanza – spiega all’AdnKronos Salute Alessandro Nanni Costa, presidente de Cnt, alla presentazione dell’attività trapiantolontologica italiana – perché vuol dire che nell’area Centro Nord noi abbiamo un modello che ha raggiunto risultati finora ottenuti solo dal modello spagnolo e che sono tra i migliori al mondo. Anche nell’area Centro Sud, però, dove le donazioni sono 20 per milione di abitanti, il dato è cresciuto molto e siamo comunque sopra le medie europee. Sono dati significativi che danno indice di una crescita complessiva del sistema”.

Per quanto riguarda la donazione e il trapianto di cellule staminali emopoietiche, si registrano 500mila donatori iscritti nel Registro Ibmdr (Italian bone marrow donor registry) e più di 20mila iscritti negli elenchi relativi al 2017.

Ma c’è di più, con importanti novità organizzative per il prossimo futuro.

Potrebbe infatti essere approvata nella prossima Conferenza Stato Regione una nuova proposta che riorganizza l’attività dei trapianti secondo un modello Hub&Spoke.  “Attualmente – ha anticipato Nanni Costa –abbiamo un Centro di riferimento con equipe autorizzata al trapianto. In futuro ci sposteremo verso un sistema di rete organizzato secondo un meccanismo Hub&Spoke, con un’attività di trapianto alla quale collaborano chirurghi e internisti ognuno con la definizione delle proprie responsabilità. Modello peraltro già regolamentato in Piemonte e Emilia Romagna, ma ci sono esperienze avanzate anche in Veneto e Lombardia. In sostanza, verrà regolamentata la presa in carico completa del paziente che potrà rivolgersi anche ai centri Spoke”.

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