Vaccini, il tempo per presentare le certificazioni sarà prolungato

VEB

Ancora una volta ci troviamo qui a parlare di vaccini. Nelle scorse, infatti, abbiamo avuto modo di parlare delle discutibili dichiarazioni del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che si è espresso contro l’obbligo introdotto lo scorso settembre e si è spinto fino a pronunciarsi su una loro presunta inutilità.

Ma abbiamo parlato anche della storia di una bambina di soli sei anni che si è spenta per una gravissima forma di meningite, che l’ha stroncata in sole quattro ore: la piccola non era vaccinata ed anche se non c’è nessuna certezza che sarebbe sopravvissuta all’infezione, è scientificamente provato che il vaccino è l’unica possibilità concreta di limitare e debellare questi virus.

Il governo che si è appena insediato si è da subito occupato della questione, anche se i pareri sono spesso discordi tra i vari esponenti e sovente persino all’interno dello stesso partito.

Al momento, ad avere la meglio pare sia la posizione della Lega: è di queste ore, infatti, la notizia che il governo sta lavorando a una proroga dei termini di scadenza per le dichiarazioni che i genitori devono presentare alle scuole che i loro figli frequenteranno il prossimo settembre.

In particolare, è il 10 luglio la scadenza per la presentazione della certificazione definitiva che provi l’avvenuta vaccinazione ai fini dell’iscrizione a scuola per il prossimo anno 2018-19.

La scadenza del 10 luglio è prevista dalla legge e dalla circolare del ministero dello Salute dello scorso 16 agosto.

Quanto alle vaccinazioni, la legge sull’obbligo vaccinale per la frequenza scolastica dispone che dieci vaccinazioni siano obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e sedici anni (ovvero 16 anni e 364 giorni), inclusi i minori stranieri non accompagnati per la medesima classe di età, in base alle specifiche indicazioni contenute nel Calendario vaccinale nazionale vigente nel proprio anno di nascita. Le vaccinazioni obbligatorie sono: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.

Tali vaccinazioni sono, pertanto, obbligatorie e gratuite e devono essere offerte in maniera attiva e gratuita, secondo le specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale.

Eppure, come abbiamo detto, in queste ore il governo sta valutando una proroga: un primo passo verso la revisione dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola che è prevista dal Contratto di Governo.

Nel contratto di governo, Lega e M5s, al capitolo Sanità, non parlano esplicitamente di una revisione del provvedimento. Piuttosto si rimane generici: “Pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva”, si legge, “garantendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale”.

Al momento sembra che il governo sia disposto a concedere ai genitori fino a fine anno. Insomma, ci potrebbero essere cinque mesi in più per mettersi in regola e a settembre nessun alunno della fascia tra gli zero e i sei anni rischierebbe di essere escluso dalla frequenza a nidi e materne.

Ed il prossimo passo? L’obbligo verrà tolto, e se questo accadrà, non sarà questo un atto che rafforzerà ancora di più il fronte no vax?

Da parte sua la ministra della Salute, Giulia Grillo, pur ribadendo che i vaccini «sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria», ha spiegato che «in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione» e quindi «tutte le polemiche sono solo strumentali».

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