Scoprire nuovi dettagli su eventi storici fondamentali è sempre affascinante, specialmente quando riguardano figure come Gesù. Esiste un testo, noto come Vangelo di Nicodemo, che pur non facendo parte del canone biblico ufficiale, offre una prospettiva intrigante e dibattuta sulla sua morte e resurrezione.

Il racconto di Nicodemo e la figura di Longino
Il Vangelo di Nicodemo, conosciuto anche come “Atti di Pilato”, è un testo apocrifo che ha sempre acceso un forte dibattito tra gli studiosi. La sua prima parte si concentra proprio sul processo, la crocifissione e la resurrezione di Cristo, visti attraverso gli occhi di Nicodemo, un seguace di Gesù menzionato nel Vangelo di Giovanni.
Ma la vera particolarità di questo testo è l’introduzione di una figura chiave assente nel Nuovo Testamento: Longino, il centurione romano. Secondo questo Vangelo, fu proprio Longino a trafiggere il costato di Gesù con la lancia. Si narra che il sangue e l’acqua zampillati da Cristo gli bagnarono gli occhi, guarendolo da un problema di vista. Questo evento miracoloso lo portò a una profonda conversione.
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Il racconto non si ferma qui. Longino sarebbe stato anche una delle guardie al sepolcro. Dopo il terremoto che seguì la morte di Gesù, avrebbe rifiutato il denaro offertogli dalle autorità ebraiche per tacere sull’accaduto, proclamando con forza: “Veramente costui era Figlio di Dio!”.
Un testo controverso ma influente
Perché un racconto così potente non è nella Bibbia? La sua autenticità è fortemente messa in discussione. Molti storici e teologi ritengono che non sia stato scritto da Nicodemo, ma da un autore anonimo tra il IV e il V secolo d.C., molto tempo dopo gli eventi. Questa datazione tardiva è la ragione principale della sua esclusione dal canone.
Nonostante i dubbi sulla sua veridicità storica, l’influenza di questo testo è innegabile. La figura di Longino, ad esempio, è diventata parte integrante della tradizione cristiana. Non è un caso che una maestosa statua a lui dedicata si trovi proprio all’interno della Basilica di San Pietro in Vaticano, a testimonianza della sua importanza iconografica. Venerato come santo e martire da diverse chiese cristiane, Longino rappresenta il “nemico” che riconosce la divinità di Cristo e si converte.
In conclusione, sebbene il Vangelo di Nicodemo non possa essere considerato una fonte storica attendibile al pari dei Vangeli canonici, rimane un documento di straordinario interesse culturale e teologico. Ci offre uno spaccato di come le prime comunità cristiane elaboravano e arricchivano i racconti evangelici, creando narrazioni che hanno plasmato l’arte e la devozione per secoli.
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