Una vecchia foto riemerge online e diventa subito virale, suscitando un misto di incredulità e allarme. Ritrae due donne, sorridenti, sedute su un enorme e arrugginito artiglio meccanico. Lo scenario è quello, inconfondibile e desolato, della zona di alienazione di Chernobyl. Ma non è un rottame qualsiasi: è uno degli oggetti più radioattivi dell’intera area.

L’artiglio radioattivo: un souvenir letale
Quell’enorme pezzo di metallo arrugginito è la benna di un escavatore usato durante le prime, disperate operazioni di pulizia dopo il disastro nucleare del 1986. Il suo compito era rimuovere grafite e detriti altamente contaminati dal tetto del reattore numero 4. Questo lo ha trasformato in una reliquia mortale, impregnata di isotopi radioattivi.
Sebbene un’esposizione di pochi minuti possa non causare danni immediati e gravi, il pericolo è reale e duplice. Secondo le misurazioni, l’oggetto emette circa 0,3 millisievert all’ora; per fare un paragone, una comune radiografia al torace ci espone a circa 0,1 millisievert. Il rischio maggiore, però, non è l’irradiazione esterna, ma l’insidia invisibile della contaminazione. L’artiglio è coperto da polvere radioattiva che può facilmente attaccarsi a vestiti e pelle, per poi essere inalata o ingerita, continuando a emettere radiazioni dall’interno del corpo per molto tempo.
Il vero cuore oscuro: il “Piede d’Elefante”
Per quanto pericoloso sia l’artiglio, impallidisce di fronte al vero epicentro radioattivo di Chernobyl: il cosiddetto “Piede d’Elefante” (Elephant’s Foot). Si tratta di una massa informe di “corium” di oltre due metri di larghezza, situata nelle profondità del sarcofago che avvolge il reattore. È un letale amalgama di combustibile nucleare fuso, cemento, sabbia e metallo colato dalle barriere circostanti.
È considerato l’oggetto più radioattivo del pianeta. I dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) sono eloquenti: l’esposizione diretta sarebbe fatale in pochi minuti.
- 30 secondi: Danni cellulari irreversibili.
- 2 minuti: Emorragie interne.
- 5 minuti: Dose di radiazioni letale.
A quasi quarant’anni dal disastro, il Piede d’Elefante emette ancora calore e radiazioni, un monito silenzioso della devastante energia ancora intrappolata nel cuore della centrale, oggi sigillata dal New Safe Confinement.
L’artiglio della foto è un simbolo accessibile della tragedia di Chernobyl, mentre il Piede d’Elefante ne rappresenta il cuore oscuro e inavvicinabile. La storia di questo luogo è un monito che non va dimenticato.
Per chi volesse approfondire la storia e le conseguenze del disastro, è possibile consultare fonti autorevoli come il report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) o i documentari di testate internazionali.
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