Un astrobiologo tedesco ha avanzato l’ipotesi che quando si è introdotta acqua nel suolo di Marte durante il programma Viking della NASA, si possano essere distrutti i microrganismi presenti.
Attualmente, il rover Perseverance della NASA su Marte sta lavorando per raccogliere campioni che verranno analizzati sulla Terra nel prossimo decennio, con lo scopo di determinare se ci sia mai stata vita sul pianeta rosso.
Potremmo dover attendere a lungo per la risposta, ma potrebbe darsi che la vita fosse già lì, e che l’abbiamo distrutta inconsapevolmente.
Lo scienziato Dirk Schulze-Makuch, esperto in astrobiologia e abitabilità planetaria presso l’Università tecnica di Berlino, ha proposto questa teoria.
Egli sostiene che i due lander del programma Viking della NASA, quasi mezzo secolo fa, abbiano distrutto la vita su Marte durante i test effettuati, forse per errore o per negligenza. I risultati di quei test erano contraddittori, rilevando tracce di sostanze organiche che in seguito sono state rivelate come impurità provenienti dalla Terra.
Durante l’esperimento, è stata mescolata all’acqua del terreno una soluzione di nutrienti e carbonio radioattivo, con l’idea che eventuali microrganismi avrebbero consumato i nutrienti e rilasciato il gas. Sebbene fosse stato rilevato questo gas inizialmente, successivi tentativi di ripetere il test non sono stati chiari.
Secondo Schulze-Makuch, l’utilizzo dell’acqua nell’esperimento potrebbe aver ucciso i microbi. Nel suo articolo su BigThink, ha spiegato che versare acqua su certi microrganismi terrestri, che estraggono l’umidità dall’aria, li distruggerebbe. Lo stesso potrebbe essere accaduto con i microbi marziani, quindi non è stato più rilasciato gas dopo l’aggiunta di nutrienti.
Schulcz teorizza che gli organismi marziani potrebbero contenere perossido di idrogeno, che potrebbe essere utile nel loro ambiente, ad esempio abbassando il punto di congelamento. Questa idea potrebbe spiegare i risultati di Viking.
La verità potrebbe essere rivelata entro gli anni ’30. Ma sarebbe davvero sorprendente scoprire che la risposta era stata sotto i nostri occhi 50 anni fa.