Josef Schütz, 102 anni quando è morto, è riuscito a evitare di scontare la sua pena detentiva.
Il nazista più anziano del mondo condannato per aver commesso crimini di guerra durante l’Olocausto è morto a 102 anni senza aver mai visto l’interno di una cella di prigione.
Josef Schütz è stato giudicato colpevole l’anno scorso di favoreggiamento nell’omicidio di 3.518 prigionieri nel campo di concentramento di Sachsenhausen, appena fuori Berlino, tra il 1942 e il 1945.
Il nazista malato è stato riconosciuto colpevole dei suoi orribili crimini lavorando come guardia delle SS al campo, sebbene non sia stato accusato di aver compiuto personalmente nessuno degli omicidi.
È stato anche ritenuto complice dell’uccisione di prigionieri di guerra sovietici e dell’omicidio di altri con il gas Zyklon B.
“Hai sostenuto volontariamente questo sterminio di massa attraverso la tua carica“, ha detto all’epoca il giudice del caso, secondo quanto riportato dalla BBC.
Dopo la guerra, Schütz fu trasferito in un campo di prigionia in Russia prima di tornare in Germania, dove lavorò come agricoltore e fabbro.
È stato portato davanti ad un giudice presso il tribunale regionale di Neuruppin nel Brandeburgo nel 2021 all’età di 100 anni per i suoi orribili crimini.
Condannato poi nel 2022 a cinque anni di reclusione da un tribunale tedesco, è riuscito a evitare la prigione in attesa dell’esito di un appello ad un tribunale superiore del paese.
Il nazista condannato ha sempre negato di essere una guardia delle SS nel campo di concentramento nazista, una volta dicendo alla corte: “Non so perché sono seduto qui. Non ho davvero niente a che fare con tutto questo“.
Invece, ha detto di aver lavorato come bracciante agricolo per la maggior parte della guerra, affermazione contraddetta da diversi documenti storici che identificano una guardia delle SS che portava il suo nome, data e luogo di nascita compresi.
Decine di migliaia di prigionieri morirono nel campo di Sachsenhausen durante la seconda guerra mondiale, molti dei quali morirono di fame, lavorarono fino all’osso, subirono esperimenti mortali su di loro o furono semplicemente giustiziati dalle SS.
Più di 200.000 persone furono imprigionate nel campo di concentramento, inclusi prigionieri politici, ebrei, rom e sinti (zingari).
fonte@DailyStar
