La stragrande maggioranza di noi, in questa lunga “reclusione” forzata a causa del coronavirus, ha rimpianto soprattutto il poter uscire liberamente, il poter attraversare piazze e strade, il potersi ritrovare tra decine di persone, con cui condividere un particolare momento, che sia una manifestazione, un concerto o anche solo un pomeriggio soleggiato in riva al mare.
Ma ci sono persone che, al contrario, tutta la vita combattono con la paura di stare in luoghi aperti e pieni di gente: gli agorafobici.
Che cos’è l’agorafobia?
L’agorafobia è la sensazione di paura o grave disagio che un soggetto prova quando si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all’aperto o affollati.
Chi soffre di questa fobia evita di uscire da solo, ma anche di guidare, di andare in luoghi notoriamente affollati come parchi o mercati, di prendere l’ascensore.
Il soggetto prova angoscia, paura, ansia, e queste sono tanto più forti quanto più grave è la fobia: nei casi più severi possono manifestarsi anche sintomi fisici o attacchi di panico, sudorazione fredda, aumento della frequenza cardiaca e senso di soffocamento.
Naturalmente tutto questo ha serie ripercussioni sulla vita quotidiana, e per questo va affrontato con una giusta terapia. Gli interventi più efficaci sono le tecniche di rilassamento, la meditazione e la psicoterapia cognitivo-comportamentale.