Amministratori condominiali: come sceglierli senza commettere errori

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Chiunque abiti in un condominio avrà sicuramente sentito parlare del cosiddetto amministratore di condominio, ovvero, una figura che possiede particolari funzioni esecutive all’interno del condominio stesso. In parole povere, si tratta del rappresentante del condominio, cioè colui che si occupa di amministrare e gestire i beni comuni e di dare esecuzione alle delibere delle assemblee condominiali che regolarmente si svolgono secondo il calendario.

Chi è l’amministratore di condominio e quando deve essere nominato

Come sopra anticipato, l’amministratore in questione può essere sia una persona fisica che giuridica (ad esempio una società di persone o di capitali visto che la legge sul punto tace). Ad ogni modo, la legge prevede una pluralità di requisiti che deve possedere necessariamente il soggetto amministratore: godimento dei diritti civili e politici, non essere condannati per determinati delitti, non essere sottoposti a misure di prevenzione, non essere interdetti o inabilitati e molti altri ancora individuati puntualmente nel codice civile.

Arrivati a questo punto, è bene chiedersi quando deve essere nominato questa particolare figura. Anche in questo caso, è la legge a dare una risposta precisa al quesito. È previsto, infatti, che la nomina dell’amministratore deve avvenire obbligatoriamente quando i condomini sono più di 8. Questo non significa che al di sotto di questa soglia non sia possibile nominare un amministratore, solo che tale scelta è lasciata alla discrezionalità dei condomini.

Amministratori condominiali come sceglierli senza commettere errori

Come scegliere l’amministratore condominiale

La scelta in concreto dell’amministratore condominiale è lasciata alla discrezionalità dei soggetti condomini. In genere vengono nominati dei professionisti, ovvero soggetti che hanno una certa esperienza nel settore condominiale in modo da essere rappresentati al meglio in tutte quelle questioni che ruotano attorno al condominio. Visto e considerato che si tratta a tutti gli effetti del rappresentante del condominio, è sempre consigliabile nominare figure competenti, magari rivolgendosi ad uno studio che si occupa proprio di questa attività, come ad esempio Condominio Chiaro, in modo da evitare possibili disservizi o disagi causati dall’inesperienza.

Compiti dell’amministratore di condominio

Durante l’anno, l’amministratore di condominio deve occuparsi di molteplici aspetti che riguardano la gestione condominiale. Ha l’obbligo di convocare annualmente l’assemblea dei condomini, entro 180 giorni dalla chiusura della gestione, e deve eseguirne le delibere. Infatti, la mancata esecuzione delle delibere costituisce grave irregolarità dell’amministratore di condominio. Inoltre, deve disciplinare l’utilizzo delle parti comuni, incassare le rate del condominio, pagare i fornitori utilizzando il conto corrente condominiale, agire contro i condomini morosi, occuparsi dell’applicazione del regolamento condominiale, ecc. All’amministratore di condominio, competono anche gli adempimenti fiscali, come la certificazione dei redditi dei sostituti d’imposta (770), ed il pagamento dei dipendenti del condominio stesso, come il portiere. Al termine dell’anno, l’amministratore ha anche l’obbligo della redazione del bilancio condominiale, al fine di illustrare in maniera chiara tutte le spese effettuate nel corso della gestione ed i movimenti di risorse finanziarie effettuati, che deve essere approvato dall’assemblea dei condomini. Altri registri che devono essere tenuti e conservati dall’amministrazione di condominio sono quello dei verbali delle assemblee, quello anagrafico (concernente i dati catastali delle abitazioni e dei relativi proprietari), quello di nomina e revoca degli amministratori.

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