Fondo pensionistico per lavoratori autonomi: tutto quello che c’è da sapere

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La pensione per i lavoratori autonomi viene calcolata diversamente rispetto ai lavoratori salariati, ed è bene sapere qual è l’iter da affrontare prima di decidere di intraprendere questa strada professionale. È infatti necessario che vi sia una piena comprensione della panoramica relativa al piano pensionistico per poter avere una totale coscienza del significato di lavoro autonomo.

Libero professionista: definizione e vantaggi

Un lavoratore autonomo, in quanto tale, non deve rispondere del proprio operato di fronte al datore di lavoro, non essendo appunto un professionista subordinato. Nella maggior parte dei casi il lavoratore autonomo è tenuto ad iscriversi presso l’albo di riferimento della propria professione, ovvero deve seguire delle precise linee deontologiche e aggiornarsi continuamente seguendo i corsi di settore, come nel caso dell’albo dei giornalisti o quello degli avvocati, per citarne un paio a titolo esemplificativo.

Fondo pensionistico per lavoratori autonomi

Naturalmente la pensione cambierà a seconda della categoria professionale e del codice ATECO scelto, per questo, se si desidera fare una stima dei contributi da ricevere, è consigliabile effettuare una verifica del codice ATECO su alcuni siti specializzati, come icribis, ad esempio, un portale che consente di effettuare anche altre verifiche utili per i liberi professionisti, come la verifica della partita IVA. Per quel che riguarda i liberi professionisti, questi ultimi sono come sempre svincolati dalla subordinazione al datore di lavoro e autonomi, ma erogano delle prestazioni di natura intellettuale. Per fare un esempio concreto, una persona che svolge lavori manuali non può essere considerata tale, mentre un consulente sì.

Come funziona la gestione separata e le sue caratteristiche

Tutti devono pagare le tasse e la previdenza sociale. Nello specifico, anche i liberi professionisti e i lavoratori autonomi devono corrispondere all’INPS propria quota per la pensione. La situazione si complica per i liberi professionisti che – al contrario dei lavoratori subordinati – devono occuparsi in prima persona della questione.

Bisogna inoltre specificare che il pagamento delle quote all’INPS spetta esclusivamente ai cosiddetti liberi professionisti senza cassa, e dunque ai lavoratori autonomi che non fanno parte di un albo professionale. In tal caso si deve infatti far riferimento alla gestione separata INPS, che richiede l’iscrizione da parte del libero professionista. I pagamenti avvengono invece tramite modulo F24, ma è bene affidare questo compito ad un commercialista esperto, per evitare di commettere errori. Anche il calcolo dei contributi per la pensione è molto complesso, perché il sistema prevede delle regole diverse per ogni codice ATECO e in base al regime fiscale scelto. Ancora una volta, dunque, conviene rivolgersi ad un commercialista per il disbrigo di tutti gli impegni relativi a tasse e previdenza sociale.

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