Obesità e anoressia collegate insieme alla depressione

VEB

L’associazione dei disturbi alimentari è da tempo legata a possibili disagi sociali, abbandoni, abusi o sofferenze in generale soprattutto da parte dei giovani che sviluppano questa problematica, quelle legate al cibo sono le problematiche che vengono collegate spesso anche alla depressione, in questo caso parliamo di obesità e di anoressia, che come come vedremo, sono anch’esse legate tra loro.

Solo in Italia sono oltre 3 milioni di persone a soffrire di DCA (disturbi del comportamento alimentare), e di questi oltre l’ 80% hanno subito abusi e maltrattamenti.

Anoressia, bulimia ed obesità , grazie al bombardamento mediatico, sono parole ormai entrate nel linguaggio comune anche se a proposito rimane un po’ di confusione.

L’anoressia inizia con una cura dimagrante: l’intento è quello di controllare la propria immagine, controllare tutto. In realtà l’immagine riflessa nello specchio non restituisce la realtà: la persona anoressica non si vede mai abbastanza magra anche se sfiora la morte.

Anoressia e obesità connesse anche con la depressione

Anoressia e obesita connesse anche con la depressione

Una ragazza anoressica, per quanto possa essere magra, non riesce a convivere con un corpo che le sembra sempre eccessivamente grasso. Il problema del peso diventa talmente importante da farle saltare i pasti spingendola ad abusare di medicinali come lassativi e diuretici mentre persegue un ideale di magrezza irraggiungibile.

Nel 75% dei casi oggi, l’anoressia è accompagnata dalla bulimia. Il soggetto cede all’ istinto di sopravvivenza, perde il controllo, mangia tutto ciò che trova e si induce il vomito. Si può dire che l’anoressia sia una manovra disperata per coprire la bulimia. La bulimia è il bisogno smodato di tutto. L’anoressia è un tentativo drastico di coprire la bulimia.

Si tratta purtroppo di una vera e propria dipendenza paragonabile a quella che lega un tossicodipendente alla droga con conseguenze altrettanto devastanti sulla vita, sulla psiche e sulla salute di chi ne soffre.

L’obesità è invece una patologia cronica caratterizzata da un significativo aumento di peso con ripercussioni gravi e invalidanti sulla qualità della vita. Da un punto di vista strettamente nutrizionale è sovrappeso chi ha un indice di massa corporea compreso tra 25 e 30 ed è obeso chi ha un indice di massa corporea superiore a 30.

La diffusione sociale dell’obesità, soprattutto nelle società a capitalismo avanzato, è così ampia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato il termine di globesità (“globesity”), proprio per sottolineare l’estensione e la drammaticità del fenomeno che racchiude un enorme livello di sofferenza. In Italia, secondo le ultime stime, ci sono circa 4 milioni di adulti obesi e circa 16 milioni in sovrappeso, mentre l’obesità infantile colpisce circa 1 bambino su 4.

Anoressia e bulimia da un lato, obesità dall’altra sono sempre stati considerati agli antipodi,  eppure potrebbero essere accomunati da un fattore comune, che se confermato costituirebbe una svolta importantissima nel mondo scientifico.

Uno studio intitolato “Neuroactive Steroids and Affective Symptoms in Women Across the Weight Spectrum“, effettuato da Graziano Pinna dell’Università dell’Illinois e pubblicato anche sulla rivista Neuropsychopharmacology, ha infatti dimostrato una correlazione fra anoressia e obesità le quali potrebbero predisporre maggiormente a depressione e ansia.

Le due problematiche sembrano avere qualcosa in comune: una molecola che determina la differenza di peso corporeo. Ma non solo: alla base di tale sostanza ci sarebbero anche alcuni comportamenti tipici legati all’ansia e alla depressione.

Nello specifico, tra i disturbi alimentari e l’ansia c’è un legame che nasce da un deficit: quello della “molecola del buonumore”

Questa molecola si chiama allopregnanolone, più semplicemente detta “allo”, un derivato di un ormone femminile responsabile del buon umore e delle sensazioni di benessere che una donna prova.

Già studi precedenti avevano trovato una relazione tra questa sostanza e il nostro comportamento ottimistico o, al contrario, pessimistico tipico dei soggetti che soffrono di depressione o ansia. Ora, il dottor Pinna, sembra aver trovato alcune prove in più. È infatti riuscito a evidenziare come le donne che soffrono di disturbi alimentari o sono in sovrappeso hanno anche livelli molto più bassi di Allo.

L’esperimento è stato condotto su 12 donne con anoressia nervosa, 12 donne dal peso normale e 12 donne obese, nessuna delle quali aveva ricevuto diagnosi di depressione o ansia.

Attraverso questionari e prelievi del sangue Pinna è arrivato a un risultato molto interessante che dimostra come nelle donne affette da anoressia nervosa il livello di allo fosse del 50% inferiore a quello presente nelle donne di peso normale, e di come fosse il 60% inferiore in quelle obese.

Da ciò si evince come tale molecola possa influenzare in qualche modo il peso e il comportamento di un individuo.

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