Antibiotici, nuovo allarme dall’Onu

VEB

Negli ultimi mesi anche noi abbiamo avuto modo di parlarne più volte, e non certamente a caso: la tematica della resistenza agli antibiotici è una di quelle che non deve passare sotto silenzio, perché rischia di diventare una piaga per l’umanità in brevissimo tempo.

Nel mondo infatti si abusa di antibiotici, assumendoli anche quando non servono e non sono necessari, e questo fa sì che i batteri riescano quindi a sviluppare una resistenza, diventando sempre più “super-batteri”: il rischio è che molto presto prolifereranno tantissimi di questi super-batteri, impossibili da debellare con gli antibiotici attuali, e questo provocherà milioni di vittime.

L’ennesimo allarme arriva in queste ore dall’Onu, in un suo recente rapporto: entro il 2050 moriranno ogni anno 10 milioni di persone a causa della resistenza agli antibiotici e questo scatenerà conseguenze disastrose a livello economico pari a quelle della crisi che abbiamo vissuto tra il 2008 e il 2009.

Ma c’è di più: entro il 2030, la farmaco resistenza porterà alla morte i 24 milioni di persone che vivono in condizioni di estrema povertà.

Ad oggi, i morti provocati all’anno dalla resistenza agli antibiotici sono 700.000, inclusi i 230.000 decessi annuali collegati alla tubercolosi resistente ai farmaci.

Il documento indica quindi alcuni provvedimenti urgenti che gli stati devono prendere.

Tra i punti individuati, l’adozione di un piano nazionale che aumenti le risorse a disposizione per affrontare il problema, la predisposizione di sistemi regolatori rigidi, l’attuazione di campagne informative per limitare l’uso degli antibiotici negli uomini, negli animali e nelle piante, gli investimenti in nuove tecnologie e l’elaborazione di piani per smettere di usare questi farmaci per promuovere la crescita in agricoltura.

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