Il secondo deserto più arido al mondo è quello di Atacama, che abbraccia il Perù e il Cile, ricoperto di rocce e polvere, laghi salati.
Il deserto di Atacama è quello che più si avvicina al panorama di Marte, osservando determinati scatti dell’immensa distesa, è davvero molto difficile notare differenze col paesaggio marziano.
Tuttavia, secondo una nuova analisi genetica, questo luogo “senza vita” potrebbe effettivamente contenere microrganismi che la scienza non ha mai visto prima.
Il rapporto delinea le prove dell’esistenza della vita da frammenti di DNA. Sebbene alcuni di loro fossero completamente nuovi, molti degli organismi erano molto strani e difficili da identificare. I risultati di questo studio sono pubblicati su Nature Communications, come riporta anche il portale informativo esoreiter.ru.
“In quasi la metà dei dati che abbiamo ottenuto, non potevamo dire chiaramente cosa avevamo in mano“, ha detto al Washington Post il capo ricercatore Armando Azua-Bustos.
Il deserto di Atacama non assomiglia solo a Marte, ma è anche il banco di prova perfetto per testare le apparecchiature che la Nasa invia sul suolo marziano. Il sito specifico considerato in questo studio si chiama Pietra Rossa ed è costituito da materiali geologici molto simili a Marte.
Gli strumenti utilizzati nello studio erano gli stessi già presenti (o di cui si prevedeva l’installazione) sui lander marziani che cercheranno la vita extraterrestre sul Pianeta Rosso. Pertanto, perlustrando il deserto alla ricerca di vita, i ricercatori hanno potuto verificare se potevano identificare biomarcatori e DNA con la stessa sensibilità dell’analisi di laboratorio.
I risultati hanno mostrato che mentre sono stati in grado di rilevare molti segni di vita, l’attrezzatura potrebbe non essere abbastanza sensibile per dire in modo definitivo se ci sono segni di vita antica nei campioni marziani. Se quantità molto piccole di DNA rimangono allo stesso livello del deserto di Atacama, i rover potrebbero non accorgersene. Per confermare pienamente ciò, i campioni raccolti su Marte dovranno obbligatoriamente essere inviati sulla Terra per un’analisi completa.