Aumenta il terrore del glutine, ma davvero i celiaci sono così tanti?

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Il terrore del glutine aumenta, ma esistono davvero così tanti celiaci?

Probabilmente viviamo nel secolo delle intolleranze, e non solo di quelle di natura politica o civile, bensì anche quelle di natura fisica. Siamo diventati allergici e/o intolleranti a una marea di cose, forse troppe. La qual cosa non convince.

L’impressione è che quando non si capisce bene che malattia abbiamo, chiamiamo in causa con molta facilità la questione delle intolleranze.

Si diventa così intolleranti ai pollini, così come agli acari, così come ai peli e a determinati cibi. Insomma, sia noi che a volte alcuni medici, ce la caviamo così, mandando la palla in corner.

Ma sarà davvero così? Saremo allergici davvero ai pollini in maniera così massiva? Saremo davvero così in tanti a essere veramente intolleranti al glutine, così come lo sono effettivamente i celiaci? E non è un po’ una moda questa delle intolleranze?

Qualcuno, come noi, dubita: si tratta dei ricercatori della famosa University of Newcastle in Australia, coordinati dal dott. Michael Potter, medico allo Hunter Medical Research Institute.

Secondo quanto pubblicato in uno studio, pare proprio che il terrore del glutine sia in genere infondato, e spinge milioni di consumatori a spese non richieste.

Dai test effettuati su gruppi di cittadini australiani, risulta che solo una quota minima di coloro che dicevano di soffrire di celiachia, il 16%, era effettivamente celiaco, dopo che le persone erano state sottoposte ad accurate analisi per le verifiche del caso.

La ricerca è stata anche pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Medical Journal of Australia. Il fatto di considerarsi celiaci, tra l’altro, può portare a conseguenze spiacevoli, in funzione della particolare dieta cui ci si sottopone.

Se, infatti, questa dieta non è richiesta in ragione di particolari condizioni fisiche, ci possono essere conseguenze spiacevoli per l’organismo. Vi possono essere addirittura rischi di osteoporosi.

Dai ricercatori si precisa inoltre: “Diversi studi hanno dimostrato che le diete prive di glutine non forniscono i necessari quantitativi di sali minerali e vitamine come calcio e vitamina D.

Una dieta glute-free può influire negativamente su fattori di rischio cardiovascolari come i livelli di colesterolo totale, l’aumento di peso in prospettiva obesità, l’intolleranza al glucosio e la pressione del sangue”.

In buona sostanza, sottolineano i ricercatori, si tratta di capire bene la differenza fra la celiachia vera e propria e la semplice sensibilità al glutine o al grano. In questo secondo caso, sarà possibile seguire una dieta senza glutine solo per brevi periodi.

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