Bandiera come pareo: Povia stavolta fa infuriare i veneti

VEB

Negli ultimi anni ha messo un po’ da parte la musica, ed è tornato periodicamente alla ribalta social solo per i suoi comportamenti e le sue idee, non sempre facilmente condivisibili.

Se per fortuna in Italia esiste ancora la libertà di parola e pensiero, i social hanno ampliato, come un’enorme cassa di risonanza, le parole di chiunque, senza fare troppa attenzione ai messaggi veicolati.

E così il cantante Povia ha potuto iniziare la sua personale guerra contro i vaccini, senza contare le idee di estrema destra che lo hanno portato ad incolpare stranieri e migranti di tutti il male del mondo.

Ma non è finita qui: il cantante ha infatti postato sui social una fotografia che lo ritrae nudo su una spiaggia, coperto soltanto da un gonfalone del santo lagunare, utilizzato come un pareo.

Eppure nei giorni scorsi aveva annunciato di voler scrivere una canzone su Venezia, la intitolare “Serenissima”: se l’intento era quello di dimostrare il suo amore per la Repubblica, pare che il cantante non ci sia riuscito un granché bene.

«Penso e ripenso al brano sul quale sto lavorando da mesi sulla Repubblica di Venezia» — ha scritto il cantante sulla sua pagina Facebook —. Si chiamerà “Serenissima” e spero di pubblicarlo il 25 aprile, giorno della festa di San Marco».

Per i veneziani però la bandiera della Serenissima non è certo un asciugamano da mare, ed è così che in un colpo solo si è messo contro mezzo Veneto.

E se gli indipendentisti non l’hanno presa bene, chiedendo di non strumentalizzare la figura del patrono, Povia ha commesso per di più una gaffe nella gaffe, esibendo una bandiera battente un errore storico, ossia il Leone Marciano con spada e Vangelo aperto.

Il cantautore comunque non si è lasciato scalfire dalle critiche e avverte del luogo dove si trova: “Ora sono al mare all’isola d’Elba a trovare i miei. Un solo difetto qui all’isola. C’è il ricordo un po’ troppo positivo di Napoleone Bonaparte, che mi sta di un antipatico che vi lascio immaginare”.

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NoVax: contagiare bambini non vaccinati, quando il pregiudizio

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NoVax: contagiare bambini non vaccinati, quando il pregiudizio diventa un pericolo NoVax: contagiare bambini non vaccinati, quando il pregiudizio diventa un pericolo. Abbiamo sostenuto più volte che non far vaccinare i propri bambini per una presa di posizione pregiudiziale, non è questione di tutela della propria salute privata: è una questione di salute pubblica, di pubblica incolumità. Che un bambino non contragga una malattia virale è importante, ma diventa ancor più importante che una collettività di bambini, e comunque di persone, non contragga la malattia. Per questo è utile, e in alcuni casi indispensabile, che i bambini siano vaccinati: perché andranno a scuola, giocheranno con altri bambini, li frequenteranno e così via. Purtroppo, tra gli stessi bambini esistono soggetti più deboli, e quindi più a rischio. Se contrae il morbillo un bimbo sano, probabilmente supererà la malattia; se lo contrae un bimbo a rischio, particolarmente cagionevole di salute o con altri problemi, non si sa come va a finire. L'appartenenza a una comunità vuol dire questo: tutelare la salute di tutti, per tutelare anche la propria. Ma questo alcuni NoVax non lo capiscono, e mettono a repentaglio la salute di tutti con i loro comportamenti definiti irresponsabili dallo stesso Gino Strada. Di questi comportamenti altamente irresponsabili e probabilmente oltre la soglia della liceità, abbiamo ulteriore notizia a conferma da parte di Andrea Nobili, il Garante dei Diritti della Regione Marche. A lui sono pervenute delle denunce di alcuni medici venuti a contatto con gruppi Facebook nei quali si perseguirebbe l'intento di diffondere dei virus tra bimbi malati e non vaccinati, per perseguire una sorta di immunizzazione naturale ai virus stessi. Siamo al delirio più puro, e se così stanno le cose l'intervento delle autorità diviene indispensabile. Dice a proposito Nobili: “Ho ritenuto opportuno avvisare la Polizia Postale perché siamo al delirio. Attraverso azioni di questo tipo, oltre a disconoscere l'obbligo vaccinale, si induce a forme di contagio volontario. E' nostro dovere invece ribadire che il pur rispettabile interesse individuale, va ad annullarsi rispetto all'interesse pubblico, soprattutto laddove si tratti di tutela della salute collettiva”. “I mutamenti intercorsi, prosegue Nobili, negli ultimi anni, sia per quanto riguarda la copertura vaccinale, sia per l'esposizione al contatto con persone provenienti da altri Paesi, impongono di tener conto delle raccomandazioni provenienti dalla comunità scientifica e dalle istituzioni sanitarie competenti”. Purtroppo siamo in una fase nella quale i NoVax, da un atteggiamento passivo, rischiano di passare a un atteggiamento attivo con la possibilità di creare danni enormi alla collettività