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Desiderio spento? La chiave per ritrovare l’intimità di coppia

Angela Gemito Nov 19, 2025

C’è un momento preciso, in molte relazioni di lunga data, in cui ci si rende conto che qualcosa è cambiato. Non c’è stato un litigio epocale, né una crisi evidente, eppure quella che un tempo era una connessione magnetica sembra essersi trasformata in una gestione logistica della convivenza. Secondo un recente sondaggio condotto nel Regno Unito, la discrepanza tra ciò che vorremmo e ciò che facciamo è notevole: metà delle donne e quasi due terzi degli uomini dichiarano di voler avere più rapporti sessuali. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo la vita quotidiana. Per molte persone, specialmente per le donne, l’idea di fare sesso si trasforma da piacere a voce aggiuntiva nella lista delle cose da fare, un compito che richiede energia quando le riserve sono già esaurite.

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La trappola della routine: dai mesi abbaglianti alla modalità coinquilini

Ricordiamo tutti i primi tempi. Quei mesi iniziali vengono spesso definiti “abbaglianti” per un motivo: i neurotrasmettitori nel nostro cervello lavorano a pieno ritmo, rendendo ogni sguardo, ogni sfioramento e ogni appuntamento una priorità assoluta. In quella fase, mantenere viva la passione non richiede sforzo; è il motore stesso delle nostre giornate. Tuttavia, la psicologia clinica ci insegna che il cervello umano è progettato per adattarsi.

La Dott.ssa Karen Gurney, psicologa clinica di fama, sottolinea un fenomeno comune: l’abitudine. Dopo qualche anno, ci abituiamo alla presenza del partner. Quella prevedibilità, che da un lato offre sicurezza emotiva, dall’altro è nemica dell’erotismo. Si smette di baciarsi per il puro piacere di farlo e si inizia a interagire secondo ruoli funzionali: siamo diventati ottimi gestori della casa, genitori efficienti o amici fidati. Siamo, in sostanza, coinquilini che condividono un letto.

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Edel McCann, esperta di benessere sessuale e fisioterapista, nota che il problema non è l’assenza di volontà. Molte coppie esprimono verbalmente il desiderio di avere rapporti sessuali regolari, ma il passaggio dall’intenzione all’azione è bloccato da una barriera mentale. Le nostre vite frenetiche saturano la mente di scadenze e risoluzione di problemi, lasciando pochissimo spazio a quel “cervello erotico” necessario per l’intimità. Quando a questo mix si aggiungono la mancanza di sonno, l’ansia generalizzata e i piccoli disagi fisici, entrare in una mentalità romantica sembra quasi impossibile.

Sfatare il mito del desiderio spontaneo

Qui arriviamo al cuore del problema, supportato dalle più recenti ricerche in sessuologia. Viviamo immersi in una narrazione culturale, alimentata da film e romanzi, che ci impone di credere nel “desiderio spontaneo”. Ci aspettiamo che la voglia ci colpisca come un fulmine a ciel sereno, indipendentemente dal contesto. Se il partner si avvicina e la nostra reazione immediata non è un entusiasmo travolgente, iniziamo a preoccuparci. Pensiamo che la relazione sia guasta o che ci sia qualcosa di sbagliato in noi.

La realtà, però, è radicalmente diversa. Un numero significativo di donne (e sempre più uomini) riferisce di non provare quasi mai questo tipo di desiderio improvviso. Gli esperti suggeriscono di riconsiderare il funzionamento del desiderio sessuale: per molte persone, soprattutto nelle relazioni stabili o dopo grandi cambiamenti ormonali come una gravidanza, il desiderio è di tipo “responsivo”.

Cosa significa? Significa che la mente non anticipa il corpo. Al contrario, l’eccitazione fisica precede il desiderio mentale. È necessario che mente e corpo interagiscano attraverso stimoli concreti – baci, carezze, sensazioni tattili – affinché il desiderio si accenda. Come spiega brillantemente la Dott.ssa Gurney, il desiderio arriva “tardi alla festa”, quando la festa è già iniziata. Aspettare di “aver voglia” per iniziare un approccio fisico è spesso una strategia fallimentare; bisogna iniziare a connettersi fisicamente affinché la voglia emerga come conseguenza.

Strategie pratiche per riconnettersi (senza pressione)

Se accettiamo che il desiderio possa essere una risposta e non solo un impulso, cambia tutto il nostro approccio all’intimità. L’obiettivo diventa creare un ambiente favorevole affinché questa risposta possa manifestarsi. Ecco alcune strategie concrete suggerite dagli esperti per riportare l’intimità nella relazione:

  1. Il potere del contatto senza aspettative Un consiglio fondamentale è aumentare l’intimità fisica slegandola dal sesso penetrativo. Quando il tocco diventa sinonimo di “richiesta di sesso”, può generare ansia da prestazione o rifiuto se si è stanchi. Sostituite il bacio veloce sulla guancia con un bacio sulle labbra più lungo e persistente. Questo tipo di contatto attiva l’ossitocina e segnala al cervello del partner che c’è una presenza reale, non solo un’abitudine.
  2. Rituali di connessione quotidiana Introdurre piccoli rituali può fare miracoli. Non serve organizzare weekend costosi; basta tenersi per mano sul divano la sera o dedicare cinque minuti a parlare della giornata guardandosi negli occhi. Sentirsi visti e ascoltati è il più potente afrodisiaco emotivo. La sicurezza emotiva è la base su cui si costruisce l’erotismo nelle coppie di lunga data.
  3. Disintossicazione digitale È difficile competere con la dopamina facile offerta da uno smartphone. Se il cervello è sovrastimolato dalle notifiche e dalle news, tenderà a respingere gli stimoli sessuali, che richiedono una presenza più lenta e profonda. Trascorrere del tempo insieme senza telefoni non è solo un consiglio nostalgico, è una necessità fisiologica per permettere al sistema nervoso di calmarsi e aprirsi all’altro.
  4. Riconnessione con il proprio corpo Spesso non desideriamo l’altro perché non “sentiamo” noi stessi. Siamo teste parlanti disconnesse dal collo in giù. Pratiche come lo stretching dolce, la respirazione consapevole o semplicemente fermarsi a notare le proprie sensazioni fisiche senza giudizio, aiutano a sintonizzarsi con i propri bisogni. Solo quando abitiamo il nostro corpo possiamo invitare qualcun altro a entrarci in contatto.

Gestire la stanchezza e comunicare i bisogni

Non possiamo ignorare il fattore stanchezza. Cercare un’intimità notturna quando entrambi i partner sono esausti dopo una giornata di lavoro e gestione familiare è spesso la ricetta per il disastro. La comunicazione qui gioca un ruolo chiave: parlarne apertamente, senza accuse, è vitale. Se la sera non funziona, si possono cercare altri momenti? Si può considerare la babysitter non come un lusso, ma come un investimento essenziale per la coppia?

Inoltre, è utile esplicitare il proprio linguaggio dell’amore. Alcuni si sentono connessi tramite le parole, altri tramite i gesti di servizio, altri ancora solo attraverso il contatto fisico. Sapere cosa fa sentire il partner amato riduce le incomprensioni e abbassa le difese.

Il recupero della passione non è un evento magico, ma una pratica consapevole. Richiede di sfidare il mito della spontaneità e di abbracciare un modello di desiderio più realistico e umano, dove la vicinanza fisica e la sicurezza emotiva costruiscono, passo dopo passo, il ponte verso una sessualità appagante.

Per approfondire le dinamiche psicologiche e fisiologiche del desiderio, è consigliabile consultare fonti autorevoli come le pubblicazioni dell’Istituto di Sessuologia Clinica o le ricerche pubblicate su piattaforme accademiche come Psychology Today.


Domande Frequenti (FAQ)

Perché il desiderio sessuale svanisce nelle relazioni a lungo termine? Il calo del desiderio è spesso dovuto all’adattamento edonistico: il cervello si abitua al partner per garantire sicurezza e stabilità, riducendo la novità che alimenta l’eccitazione. Inoltre, lo stress quotidiano, la routine e il passaggio a ruoli funzionali (come genitori o coinquilini) inibiscono la risposta sessuale attiva.

Qual è la differenza tra desiderio spontaneo e desiderio responsivo? Il desiderio spontaneo nasce improvvisamente come un impulso mentale, tipico dell’inizio di una relazione. Il desiderio responsivo, invece, emerge come risposta a stimoli fisici e contestuali. In questo caso, l’eccitazione corporea (baci, carezze) deve precedere la voglia mentale di fare sesso.

Come posso riaccendere la passione se sono sempre stanco/a? È fondamentale ripensare le tempistiche dell’intimità, evitando la sera tardi se si è esausti. Concentratevi su forme di intimità non sessuale per ridurre la pressione, come il contatto fisico affettuoso o il tempo senza schermi. Considerate il riposo e la riduzione dello stress come preliminari necessari.

Cosa fare se il partner rifiuta l’intimità? Evitate di prenderla come un rifiuto personale. Aprite un dialogo empatico chiedendo come si sente il partner e cosa potrebbe aiutarlo a rilassarsi. Spesso il rifiuto non riguarda l’attrazione verso di voi, ma è legato a stress, stanchezza o alla difficoltà di cambiare “modalità” mentale rapidamente.

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Angela Gemito

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Tags: desiderio rapporto di coppia

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