Cefalee colpiscono sempre di più anche i nostri bambini

VEB

Lo scorso 20 maggio la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee ha indetto, per il IX anno consecutivo, la Giornata Nazionale del Mal di testa, un’iniziativa che si è svolta su tutto il territorio nazionale, per migliorare la diffusione di informazioni utili sia a carattere medico che comportamentale, riguardo alla patologia.

Lungi dall’essere soltanto una scusa che si accampa quando non si ha voglia di far qualcosa, secondo le stime disponibili il 12% della popolazione soffre di emicrania e il 3% di cefalea cronica ovvero segnala il disturbo per più di 15 giorni al mese.

La forma episodica di emicrania può evolvere, nell’arco degli anni, verso la forma cronica soprattutto in presenza di un uso eccessivo di farmaci sintomatici, di eccesso ponderale, di patologie del sonno e di stati ansioso-depressivi.

E purtroppo anche i più piccoli non sono esenti: il mal di testa è un problema che colpisce 10 giovani su 100.

l problema, sottolinea la Sisc, non è da sottovalutare, visto che l’emicrania, la forma di cefalea primaria più diffusa tra i piccoli, colpisce circa l’8% dei più giovani. Si tratta di una patologia neurologica genetica che può essere invalidante, la cui insorgenza è predisposta dalla presenza di famigliari che ne soffrono.

“Sull’origine, e soprattutto su come affrontare e liberarsi del mal di testa, c’è ancora confusione tra chi ne soffre – spiega Massimiliano Valeriani, responsabile del Centro cefalee del Bambino Gesù – Una serie di false credenze porta spesso ad approcciare il problema in maniera non corretta, con il rischio di cronicizzare il dolore o, ancor peggio, di medicalizzare il bambino”.

Tra i falsi miti, spiccano quello secondo cui il mal di testa sia sintomo diretto dei difetti della vista: la visita oculistica in caso di mal di testa si esegue per la valutazione del fondo oculare, un esame necessario per escludere o rilevare una ipertensione endocranica;

La sinusite poi non è un problema che riguarda i bambini più piccoli di 8 anni, perché i seni nasali non sono ancora anatomicamente sviluppati.

I mal di testa non sono privi di rischi e possono essere un campanello di allarme per altre patologie. Le cefalee poi si possono e si devono curare per alleviare il dolore e ridurre l’effetto disabilitante: mal di testa non adeguatamente trattati possono comportare la sensibilizzazione delle aree del cervello deputate all’elaborazione del dolore che cominceranno a interpretare come dolore anche i segnali di tipo non doloroso. Le terapie naturalmente devono essere sempre seguite sotto controllo medico.

Le cefalee possono essere prevenute anche attraverso modifiche dello stile di vita. Condurre una vita regolare evitando, per esempio, l’esposizione a temperature estreme, i sovraccarichi di stress, le alterazioni del ritmo sonno-veglia e dormendo un adeguato numero di ore, previene l’aumento della frequenza degli attacchi di mal di testa.

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