105 anni la vita si stabilizza e la percentuale di morte diminuisce

VEB

Uno nuovo studio suggerisce che i tassi di mortalità si stabilizzano alla soglia d’età di 105 anni, ma lo stesso studio alimenta un feroce dibattito sul fatto che gli umani si stiano avvicinando al limite massimo di durata della vita, è considerato un fatto inevitabile della vita: più si invecchia, più diventa probabile la morte, ma la nuova ricerca suggerisce che le possibilità di morire possono stabilizzarsi, almeno per quelli che arrivano a 105 anni. Lo studio ha rilevato che i tassi di mortalità, che aumentano in modo esponenziale nell’età adulta, iniziano a decelerare dopo 80 anni e sembrano come una sorta di altopiani, o addirittura diminuiscono leggermente, dopo i 105 anni. A quel punto, le probabilità di morire in un dato anno sono praticamente 50 e 50.

Ad oggi, nessun essere vivente è immortale: presto o tardi, che siano pochi minuti, pochi anni o una manciata di decenni, alla fine della vita c’è sempre la morte.

La persona più longeva di cui si hanno notizie certe è stata Jeanne Calment (1875-1997) vissuta ben 122 anni, l’essere umano di sesso maschile più longevo di sempre è stato Jirōemon Kimura (1897-2013) vissuto ben 116 anni.

Secondo l’Istat l’Italia è il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone, con 168,7 anziani ogni 100 giovani.

E se in passato era un evento raro superare i 100 anni (meno di un secolo fa, ovvero nel 1922, si contavano solo 50 centenari in Italia), ora siamo arrivati a quota 17 mila. Destinati ad aumentare sempre più.

Tra di essi la componente femminile è più numerosa: nel 2015 le donne rappresentavano ben l’83,8% del totale dei centenari. Un fenomeno spiccatamente italiano poiché il nostro Paese in una lista di 163 nazioni risulta quello in cui si è sani più a lungo.

Ma quant’è il limite massimo della vita per l’uomo?

Se l’è chiesto una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Science condotta nell’università Sapienza di Roma e la risposta è stata che la soglia della longevità è a 105 anni, oltre la quale il rischio di morire si stabilizza.

Questo naturalmente non significa che dopo questa età non si muore più, ma diventa impossibile dire quale sia il limite della durata della vita umana.

I ricercatori dell’ateneo capitolino hanno analizzato i dati relativi a circa quattromila ultracentenari allo scopo di provare a dare una risposta certa a una questione dibattuta da tempo in campo biologico.

Se esiste un limite biologico alla vita umana, questo non è ancora diventato visibile o non è stato raggiunto“, spiega all’ANSA la coordinatrice della ricerca, Elisabetta Barbi, del Dipartimento di statistica della Sapienza.

Dall’analisi dei dati degli ultracentenari è emerso che il rischio di morte accelererebbe esponenzialmente con l’età fino a 80 anni, per poi rallentare progressivamente fino a rimanere costante proprio dopo i 105 anni.

È come se, raggiunta questa età estrema, la vita potesse continuare indefinitamente sullo stesso binario.

Gli stessi dati dicono anche che tra gli ultracentenari presi in considerazione (quelli nati tra il 1896 e il 1910), la mortalità tende a diminuire per il gruppo dei più “giovani”, il che suggerisce – secondo gli autori – che stiamo assistendo a un vero e proprio aumento della durata della vita, per la nostra specie.

Questi risultati però contrastano con le conclusioni di altre indagini, in base alle quali questo limite sarebbe compreso nell’intervallo tra i 115 e i 125 anni.

Ad esempio, secondo una ricerca pubblicata su Nature e realizzata da studiosi dell’Albert Einstein College of Medicine, il limite massimo per la vita umana sarebbe invece di 125 anni. Un traguardo virtuoso reso possibile solo grazie alle conquiste in campo medico, nella dieta, nell’istruzione e in altri ambiti a partire dal 1800 in avanti.

«La scoperta di questa soglia – ha spiegato all’Ansa la coordinatrice della ricerca, Elisabetta Barbi, del dipartimento di Statistica della Sapienza- non solo dà una risposta chiara e certa sulle curve di mortalità, ma è cruciale per la comprensione dei meccanismi alla base della longevità umana, e gli sviluppi futuri delle teorie sull’invecchiamento».

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