Centenari, i segreti di lunga vita partono da tavola

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Da sempre l’uomo, ossessionato dalla sua mortalità terrena, è alla ricerca dell’elisir di lunga vita ed anche se, mediamente, l’aspettativa di vita è molto aumentata rispetto anche al recente passato, sono ancora pochi coloro che riescono a superare il secolo di vita, e non sempre in ottime condizioni di salute.

Recentemente era stato scovato un ormone in grado di allungare l’aspettativa di vita ‘del 40% in più’: l’entusiasmante scoperta è stata fatta nel 2016 di un team di ricercatori della School of Medicine di Yale, che ha rintracciato nella ghiandola del timo quello che potrebbe essere a tutti gli effetti l’elisir di lunga vita.

Capitanato da Vishwa Deep Dixit, professore in medicina comparativa e immunobiologia dell’università statunitense, il team ha studiato gli effetti dell’ormone su topi anziani geneticamente modificati con elevati o scarsi livelli di FGF21: i risultati hanno dimostrato che l’incremento dell’ormone ha protetto la ghiandola endocrina del timo – posta dietro allo sterno e davanti al cuore – dall’aumento di peso collegato all’età avanzata, oltre ad aver aumentato la capacità della ghiandola di produrre nuovi linfociti T, dato in controtendenza con la sua funzionalità ridotta tipica dell’invecchiamento. Di contro, l’abbassamento dei livelli di FGF21 ne ha invece accelerato la degenerazione.

Gli studi sono però ancora in corso per capire che effettivamente questo ormone potrebbe estendere la durata della vita umana e ridurre l’incidenza di malattie causate dalla perdita della funzione immunitaria causata dall’aumento di età.

Centenari i segreti di lunga vita partono da tavola

Naturalmente ogni centenario ha il suo segreto: c’è chi ha vissuto fino a 122 anni fumando e mangiando selvaggiamente cioccolato, chi fino a 104 bevendo soda, chi fino a 110 scolandosi birra e persino chi deve la sua longevità al fatto di non essersi mai sposata.

Secondo gli esperti, però, uno dei segreti più efficaci per vivere più a lungo sarebbe quello di essere equilibrati e moderati a tavola.

La dieta degli ultracentenari è frugale e mediterranea, spiegano gli esperti dell’Aigo (Associazione italiana grastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri) che, partendo dai più recenti studi scientifici sulle abitudini dei ‘supernonni’, dedicherà al tema un approfondimento durante il convegno annuale della Fismad (Federazione italiana delle società malattie apparato digerente), in programma dal 21 al 24 marzo a Roma.

In sostanza, può aiutare a vivere più a lungo mettere nel piatto in media un 70% di vegetali (di cui però solo il 20% è frutta perché contiene molti zuccheri) e un 30% di proteine magre, il tutto condito da abbondante olio d’oliva; per spuntino frutta secca e olive e, fondamentale, quando si comincia a essere sazi bisogna smettere di mangiare.

“Che cosa si mangia è molto importante, ma altrettanto importante è quanto si mangia: uno dei segreti di lunga vita è sintetizzato dal detto giapponese ‘Hara hachi bu’, cioè la raccomandazione di alzarsi da tavola quando si è sazi solo all’80% – sottolinea Gioacchino Leandro, presidente Aigo – Infatti, tutti gli studi sulle popolazioni dove si concentra il maggior numero di centenari mostrano che questi ultimi hanno in comune una restrizione delle calorie assunte, tra le 1.200 e le 1.500 al giorno. E la suddivisione dei macronutrienti è molto simile a quella della nostra dieta mediterranea: 55% di carboidrati, 35% di grassi e 10% di proteine”.

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