Ormai la nostra cucina è stata contaminata da piatti provenienti da tutto il mondo, e comunemente usciamo fuori a cena per visitare ristoranti che preparano piatti tipici di altre nazioni.
Le nostre città pullulano di ristoranti cinesi e giapponesi, ma non solo: non è difficile trovare ristoranti tailandesi, indiani ed anche messicani.
Proprio la cucina messicana, negli ultimi anni, sta incontrando sempre più favore, grazie ai suoi gusti decisi e forti e alla miriade di spezie che popolano i loro piatti.
Celeberrimo, ad esempio, il “chili”, ma sapete cos’è?
Il termine “chili” è spagnolo e deriva a sua volta da “chīlli”, che nel linguaggio nāhuatl (atzeco) indica il peperoncino.
Il chili infatti è estremamente piccante, sia che con “chili” si intende la salsa che il piatto tradizionalmente preparato a base di carne.
Più nello specifico, la salsa chili non è altro che un condimento a base di peperoncino e spesso pomodoro rosso, usata come salsa nella quale inzuppare gli alimenti, ma anche come glassatura e come marinatura.
Ma il chili è anche e soprattutto uno stufato che annovera tra gli ingredienti fondamentali pomodori, carne di manzo, fagioli rossi e peperoncino e che si accompagna con le tortillas di mais, che vengono farcite e arrotolate, fettine di avocado, panna acida e peperoncino jalapeno.
La prima menzione di questo piatto risale addirittura ai conquistadores (XV-XVII secolo), che avevano notato che gli indiani erano soliti preparare grandi pentoloni contenti uno stufato di pomodori, carne e peperoncino. A partire dall’800 in poi il piatto ha travalicato i confini nazionali, ed oggi è amato e gustato in tutto il mondo.
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