Cina, nuovo virus trasmesso dai polli potrebbe scatenare una pandemia

VEB

Presto per parlare di pandemia, ma di certo la diffusione celere e le vittime che ha già mietuto e continua a mietere spaventano e non poco: a far paura stavolta è un nuovo virus, che si sta diffondendo in Cina e che uccide il 38% delle persone che lo contraggono.

Si chiama H7N9, viene diffuso dai polli e secondo alcuni medici potrebbe raggiungere un livello pandemico pari a quello dell’influenza spagnola, che esattamente un secolo fa iniziò a diffondersi fino ad uccidere almeno 50 milioni di persone in tutto il mondo nel giro di due anni.

Dalla fine del 2013, anno nel quale è stato identificato per la prima volta, è già mutato tre volte e anche se ad oggi viene trasmesso soltanto dai polli all’uomo e non tra una persona infetta ed una sana, non è da escludere che nell’arco di un breve periodo possa sviluppare nuove capacità di adattamento e trasmissione.

Che sia proprio questa la famigerata “Disease X” (Malattia X) citata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, una patologia infettiva che tecnicamente ancora non esiste, ma che se e quando emergerà è destinata a scatenare una catastrofica pandemia?

Il primo a lanciare l’allarme è stato il professor Jonathan Van-Tam, un dirigente medico del governo britannico che ha la specifica responsabilità di pianificare la risposta sanitaria nazionale a un simile, devastante scenario.

In un’intervista al The Telegraph lo scienziato ha dichiarato che l’influenza aviaria H7N9 “è l’esempio di un altro virus che ha dimostrato la sua capacità di trasmissione dagli uccelli agli esseri umani. È possibile che possa essere la causa della prossima pandemia”.

L’H7N9 è un virus appartenente alla stessa famiglia dell’H5N1, quello dell’influenza aviaria che nel 2003 si diffuse in tutto il mondo, causando centinaia di vittime.

Questa volta, però, il virus che si sta diffondendo in Cina, che può causare influenze e violente polmoniti, colpisce soprattutto donne incinte, anziani e bambini, e per questo ha un potenziale decisamente più pericoloso.

Per capire il suo potenziale, basti citare che  il primo focolaio, in Cina, ha portato finora già a 1625 casi accertati e 623 morti.

Jonathan Quick, già consulente e direttore dell’Oms, ha quindi spiegato: «Se da un lato preoccupa l’incidenza delle morti in proporzione ai casi accertati, dall’altro dobbiamo stare attenti alla sua trasmissione sia per quanto riguarda gli spostamenti in tutto il mondo, sia per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie dei singoli centri abitati».

Per tranquillizzare gli animi, ricordiamo comunque che la stessa influenza aviaria, la febbre dei polli, era pronta a irrompere in tutto il pianeta e a fare, secondo l’Oms «almeno un milione di morti». In realtà i decessi si sono fermati a 369 a dispetto degli esperti che l’avevano paragonata alla Spagnola, del 1918, o all’Asiatica del ’57-’58. Il panico di allora aveva spinto solo in Italia a comprare 40 milioni di dosi di antivirali mentre gli Usa avevano acquistato 192 milioni di dollari di Tamiflu.

Questo nuovo virus negli uccelli è asintomatico, mentre negli uomini le manifestazioni possono essere violente: febbre molto alta, tosse, fiato corto, polmonite. Si può arrivare fino alla sindrome da stress respiratorio.

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