I tempi sono cambiati, e se una volta si cercava di estorcere al malcapitato di turno denaro o beni di valore da convertire subito in moneta sonante, il rapper Clementino è la dimostrazione lampante che anche il crimine si evolve e con esso le diverse modalità applicative.
Il rapper napoletano, che ha partecipato anche al recente Festival di Sanremo, è stato negli ultimi mesi vittima di una tentata estorsione e di diverse minacce, più o meno gravi: poco prima del Festival, all’artista era stata bruciata l’auto parcheggiata sotto casa.
Lui aveva postato le foto su Facebook, commentando che forse era responsabile del gesto qualcuno scontento di una sua risposta. «Eccomi qui! Visto il lavoro che faccio non sono abituato a stare zitto , piuttosto mi faccio ammazzare…Ho pensato.. Che faccio posto le foto? E poi? Cosa succederà ? Ma il coraggio deve far parte della mia vita altrimenti non si va avanti.. Bene.. L’altro ieri notte fuori casa mia a Faibano mi hanno bruciato l’auto…Io non ho debiti con nessuno e non ho mai fatto male a nessuno e quindi mi chiedo. Perché ???», scriveva Clementino in un post su in rete.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Vincenzo Carbone, 20 anni, neomelodico conosciuto col nome di Enzo Di Palma, voleva costringere Clementino a pubblicare un suo brano e per far questo non ha esitato a ricorrere a metodi poco ortodossi per convincere il rapper.
Nelle scorse ore sono scattate le manette: oltre al cantante neomelodico è stato arrestato anche suo fratello Luigi, 26 anni, e il loro padre Massimo, 53.