Qualcosa nella sensibilità comune si sta muovendo, le campagne di sensibilizzazione si stanno moltiplicando, come anche i tentativi di creare forme alternative di energia per cercare di impattare di meno, ma la situazione è molto grave: abbiamo fatto talmente tanto male al nostro pianeta che rimane solo una manciata di anni per cercare di salvare il salvabile.
In queste ore arriva l’ennesimo allarme degli esperti: “Non abbiamo più tempo. Ci restano solo due generazioni. Tra due generazioni i nostri figli e i nostri nipoti corrono il rischio di non poter stare all’aria aperta. Di abitare un pianeta non vivibile a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento”.
Il monito è di Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, lanciato nel corso della presentazione alla stampa del primo Simposio internazionale Health and Climate Change.
Per l’esperto il pericolo è imminente e gravissimo: “il pericolo concreto è che le ondate di calore, che nel 2003 hanno fatto 70mila morti, possano passare da periodi limitati dell’anno a oltre 200 giorni l’anno in alcune parti del mondo”.
Naturalmente è impensabile stare con le mani in mano. L’obiettivo, ha concluso Ricciardi, deve essere quello di “fornire ai politici e istituzioni dati certi e scientifici relativi all’impatto sulla salute, perché prendano delle decisioni rapide, dopo che anche all’ultimo G20 non si è arrivati ad un documento finale netto. Le speranze sono ora nella Cop24 oggi al via”.
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