Le recenti misurazioni dell’anidride carbonica atmosferica rivelano un dato allarmante: a maggio 2025, le concentrazioni globali di CO₂ hanno superato per la prima volta le 430 parti per milione (ppm). È un picco senza precedenti nella storia dell’umanità moderna, e secondo gli scienziati potrebbe rappresentare il livello più alto degli ultimi 30 milioni di anni.

La notizia è stata confermata da un rapporto congiunto della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e della Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California, San Diego (fonte: NBC News).
La CO₂ ai massimi storici: cosa significa per il clima?
L’anidride carbonica è uno dei principali gas serra, responsabile dell’effetto di riscaldamento globale. La sua presenza nell’atmosfera impedisce la dispersione del calore irradiato dalla superficie terrestre, intrappolando l’energia solare e contribuendo all’innalzamento delle temperature globali.
“Un altro anno, un altro record. Triste.”
– Ralph Keeling, climatologo, Scripps Institution of Oceanography
L’aumento di oltre 3 ppm rispetto al 2024 evidenzia un trend che va peggiorando, nonostante gli impegni internazionali per la riduzione delle emissioni (come l’Accordo di Parigi del 2015). Superare la soglia delle 400 ppm nel 2013 fu già un campanello d’allarme. Ora, i climatologi avvertono: potremmo raggiungere le 500 ppm entro il 2055, se non si interviene drasticamente.
Un ritorno al passato… geologico
Secondo gli scienziati, il nostro pianeta non ha registrato simili livelli di CO₂ da oltre 30 milioni di anni, un’epoca geologica in cui il clima terrestre era molto più caldo e la vita, come la conosciamo oggi, non esisteva.
Il problema è aggravato dal fatto che l’anidride carbonica ha una durata atmosferica di secoli. Anche azzerando le emissioni oggi, i suoi effetti persisterebbero per decenni. Per questo, secondo Ralph Keeling e altri esperti, ridurre le emissioni non basta più: occorrono anche strategie attive di rimozione del carbonio dall’atmosfera.
Le conseguenze concrete
Un aumento continuo di CO₂ comporta:
- Scioglimento accelerato dei ghiacci polari
- Innalzamento del livello del mare
- Eventi meteorologici estremi sempre più frequenti
- Desertificazione e perdita di biodiversità
- Impatti diretti su agricoltura, salute e risorse idriche
L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) e l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) hanno più volte avvertito che la soglia critica per contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C rispetto all’era preindustriale è sempre più vicina. Superarla significherebbe entrare in uno scenario di danni climatici irreversibili (fonte: IPCC).