Pensavate che l’amore è fatto di affinità, di incontri fortunati, di condivisione e di sdolcinato romanticismo?
Beh a quanto pare vi sbagliavate perché, come accade per quasi tutte le cose che popolano questa nostra terra, anche l’amore è riconducibile a una formula, un meccanismo che in soldoni riesce a decidere se un amore sarà quello della vita o solamente un fuoco di paglia destinato a spegnersi nel giro di una stagione.
Tutto questo perché la fonte dell’amore non è nel cuore ma nel cervello. Ne sono convinti i ricercatori americani che hanno decifrato il “codice neurale dell’amore”.
I neuroscienziati del Centro Silvio O. Conte per l’Ossitocina e la cognizione sociale dell’Emory University hanno scoperto un collegamento chiave tra alcune aree del sistema di ricompensa del cervello, che promuove i legami a coppia.
In pratica, il collegamento nervoso rafforza la comunicazione tra aree interne ai circuiti della gratificazione e del piacere, e tanto più funziona, tanto più stimola la formazione di un rapporto di coppia stabile e duraturo.
Gli esperti hanno studiato le connessioni nervose delle femmine di arvicola, in particolare tra corteccia prefrontale (area decisionale) e nucleo accumbens (centro nevralgico della gratificazione e del piacere). Hanno visto che tanto più è attiva la comunicazione tra le due aree, tanto più velocemente la femmina sviluppa una relazione con il maschio.
Nello studio si è anche visto che, quando i ricercatori hanno aumentato la comunicazione tra le aree del cervello utilizzando impulsi di luce, le femmine hanno aumentato le attenzioni verso i compagni, dimostrando così in modo ulteriore l’importanza dell’attività di questo circuito per la coppia.
Questo studio è il primo a dimostrare che la forza della comunicazione tra le parti di un circuito corticostriatale nel cervello predice quanto rapidamente una arvicola della prateria si legherà al suo partner.